Il cardinale Scola per la Festa di Sant'Ambrogio: impegnarsi tutti per uscire dalla
crisi
Un appello a cambiare stile di vita e ad impegnarsi, tutti insieme, per uscire dalla
crisi: lo ha lanciato ieri, il cardinale, Angelo Scola, nel suo primo discorso alla
città, il tradizionale appuntamento dell'arcivescovo di Milano alla vigilia della
festa di Sant'Ambrogio. Il porporato, parlando nella Basilica di Sant'Ambrogio, ha
ribadito la necessità di mettere la famiglia al centro delle politiche economiche
e sociali. Da Milano, il servizio di Fabio Brenna:
Non è solo
una crisi economico e finanziaria quella che stiamo vivendo. E’ un travaglio ed una
transizione generata anche dalla mancanza di fiducia e di coesione. Per affrontarla,
secondo il cardinale Angelo Scola, bisogna ripartire dal ripetuto invito di Benedetto
XVI ad un serio ripensamento della ragione, sia economica che politica. Sì allora
alla richiesta dei sacrifici, se imposti secondo giustizia ed equità, inseriti in
una prospettiva di sviluppo integrale che non si misura solo con la crescita del prodotto
interno lordo:
“Sia l’economia reale, sia la finanza hanno bisogno del
‘ben fatto’, cioè del bello e del buono. Lo sapevano bene i nostri artigiani! E questo
è il senso profondo, non ancora colto, non capito, del richiamo al gratuito contenuto
nella ‘Caritas in veritate’. Non è un richiamo a fare gratis: è il richiamo a rispettare
l’oggetto del lavoro a tutti i livelli, nella sua bontà e nella sua bellezza intrinseca”.
La
situazione di crisi è maturata anche in seguito all’aver assunto la massimizzazione
del profitto come unico obiettivo, rinunciando ad ogni riferimento al trascendente.
Di più: c’è stata, per Scola, un’irresponsabilità diffusa, a spendere quello che ancora
non si era guadagnato. Ora, impegnandosi ciascuno personalmente e tutti insieme, si
deve ripartire rimettendo il “bello” e il “buono” sia nell’economia che nella finanza.
Un impegno che parte più decisamente da ciascuno di noi e dai cattolici, chiamati
anche a chiedersi se non siano stati in qualche modo complici di questa situazione:
“Qual
è la strada? Persuadere attraverso l’unico modo persuasivo: l’autoesposizione, la
testimonianza, persuadere ogni nostro fratello uomo ad assumere un pensiero ed una
pratica di pace fin nei più piccoli comportamenti quotidiani. Così ciascuno di noi
potrà dare il suo contributo a far sì che la situazione in atto non esasperi i conflitti
ma rappresenti una risorsa per il futuro”.
Il porporato ricorda poi
l’esigenza di politiche più decise per la famiglia, lasciata sola ad affrontare la
crisi; per i giovani, il cui deficit di futuro incide negativamente sull’andamento
demografico. ‘Crisi’ non significa dimenticarsi degli anziani e degli emarginati;
mentre per gli stranieri si può pensare a un’immigrazione sostenibile, rivendendo
quantità e caratteristiche dei flussi. Annunciato, infine, il rilancio del "Fondo
Famiglia e Lavoro" creato dal cardinale Tettamanzi, per sostenere chi viene più toccato
dalla crisi con la perdita del posto di lavoro.