Pakistan: a Faisalabad cristiani e musulmani invocano pari diritti e opportunità per
i disabili
Approfondire le conoscenze sui problemi che ruotano attorno alla disabilità, sottolineare
il valore della dignità della persona, promuoverne i diritti e il benessere, favorirne
l’integrazione sul piano politico, sociale, economico e culturale. Con questo spirito
- riporta l'agenzia AsiaNews - cristiani e musulmani in Pakistan hanno celebrato,
lo scorso 3 dicembre, la Giornata internazionale delle persone con disabilità. All’insegna
del tema “Insieme per un mondo migliore per tutti: anche per le persone con disabilità
nello sviluppo”, in tutto il Paese si sono tenute mostre, seminari, conferenze e marce,
che hanno cercato di coinvolgere il maggior numero di persone. Fra i molti obiettivi
della campagna di sensibilizzazione, che ha unito persone di fede diversa, far conoscere
le potenzialità dei portatori di handicap, che possono svolgere un ruolo attivo insieme
ai normodotati, anche se permangono resistenze e ostacoli in vista di un pieno inserimento
sociale. Per ricordare la Giornata internazionale, a Fasialabad (nel Punjab) si sono
dati appuntamento persone di diversa estrazione sociale, scolastica, religiosa, insieme
a persone affette da disabilità, funzionari di governo e rappresentanti della società
civile. Il gruppo attivista cristiano Association of Women for Awarness and Motivation
(Awam) ha promosso una manifestazione di piazza per condannare discriminazioni e maltrattamenti
di cui sono vittime i portatori di handicap in Pakistan. Al termine della marcia i
partecipanti si sono riuniti in un locale compreso all’interno della locale cattedrale
cattolica, per animare un seminario intitolato “Ambiente accessibile per tutti”. Molti
gli interventi di personalità cristiane e musulmane, in cui è emersa la preoccupazione
per la condizione dei disabili, in particolar modo se si tratta di donne e bambini.
Shazia George sottolinea che “la disabilità esiste nelle infrastrutture, in seno alla
società nei modi di pensare e nei comportamenti, non nella persona che ha impedimenti”.
La donna chiede che il governo lavori per eliminare le barriere architettoniche e
adegui lo standard dei servizi e trasporti pubblici anche per i portatori di handicap.
Le fa eco suor Josephine Emmanuel, secondo cui “le persone con disabilità hanno bisogno
di attenzioni adeguate”, che permettono loro di contribuire allo sviluppo sociale.
La religiosa chiede un censimento esatto delle persone affette da disabilità e che
venga riservata loro “una quota nel settore dell’istruzione e del pubblico impiego”.
I disabili non sono soggetti solo a odio, discriminazione, violenza – spiega Naseem
Anthony – ma anche della malagiustizia, per l’inerzia delle autorità e la mancata
applicazione di norme e politiche adeguate per la loro tutela. Il Pakistan ha sottoscritto,
aggiunge, la convenzione per i diritti delle persone disabili (Crpd) e deve lavorare
per “creare un ambiente accessibile e rimuovere gli ostacoli sociali, economici, politici
e legali”. Servirebbe un “istituto indipendente”, suggerisce Nazia Sardar, e un “sistema
di monitoraggio” per assicurare la piena applicazione del Crpd. (R.P.)