Napolitano firma la manovra del governo Monti. Belletti: famiglie pesantemente penalizzate
Il decreto legge contenente la manovra economica, emanato dal Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, e' giunto alla Camera dei Deputati, dove da domani inizierà l'iter
parlamentare. Una riforma che arriva in tempo per evitare la catastrofe è in sintesi
quanto ha espresso oggi il capo dello Stato. Critici i sindacati che faranno scioperi
lunedì 12 dicembre. Il servizio di Debora Donnini.
Diversi osservatori
sottolineano che le misure anticrisi avranno pesanti effetti sul bilancio delle famiglie.
Secondo l’Osservatorio nazionale “Federconsumatori”, le ricadute economiche sono quantificabili
in 1173 euro annui per famiglia. Sulla manovra varata dal governo Monti ascoltiamo,
al microfono di Amedeo Lomonaco, il commento del presidente del Forum delle Associazioni
Familiari, Francesco Belletti:
R. - Parlare
di famiglia rispetto a questo provvedimento significa mettere in discussione l’equità,
che non dipende da questa manovra: noi siamo in una situazione di ingiustizia verso
le famiglie con carichi familiari ereditata da 20 anni di governi. Questa manovra
conserva una grande iniquità e, soprattutto, non fa niente per sostenere le famiglie
con carichi familiari, che sono già pesantemente penalizzate. Anzi, aggiunge alcuni
interventi che genereranno ulteriori difficoltà alle famiglie.
D. - A proposito
di interventi, quello più consistente riguarda il sistema delle pensioni: come influiranno
questi provvedimenti sulle famiglie?
R. - E’ il tema più caldo e riguarda proprio
il sistema economico complessivo. Noi sottolineiamo che anche in questa manovra si
poteva inserire un’attenzione alla famiglia. Da qualche anno stiamo chiedendo di riconoscere
alle donne, per esempio, due anni di contribuiti figurativi per ogni figlio perché,
di fatto, lo svantaggio della donna sul mondo del lavoro è primariamente legato al
fatto che le carriere vengono interrotte. Su questo non c’è nessun sostegno. Si poteva,
quindi, ‘colorare’ di famiglia anche l’intervento sulle pensioni.
D. - Ben
11 miliardi delle maggiori entrate previste dalla manovra di 30 miliardi di euro lordi,
saranno garantiti dal complesso di misure sulla casa. Imposte, anche queste, che colpiranno
le famiglie…
R. - E’ incomprensibile come la politica non capisca che i beni
hanno valore in funzione delle persone che li utilizzano. Cento metri quadri per due
persone sono una dotazione di lusso per una casa; cento metri quadri per sei persone,
forse, sono insufficienti. In generale si può dire che manca la ‘misura di famiglia’
in questa manovra.
D. - E non è neanche ‘a misura di famiglia’ l’aumento -
previsto a partire da settembre - dell’Iva di due punti percentuali…
R. - Anche
qui si spara nel mucchio, nel senso che l’aumento dell’Iva collegato ai consumi colpisce
chi più consuma: una famiglia con cinque-sei persone consuma di più e viene ulteriormente
penalizzata dall’aumento dell’Iva. Quindi chi ha più figli pagherà di più!
D.
- Sta per cominciare l’iter parlamentare della manovra. Quali sono le modifiche più
urgenti che chiedete?
R. - Io credo che sia ancora possibile sicuramente modulare
la tassa sulla casa in funzione dei nuclei familiari: la franchigia non deve essere
solo sul valore della casa, ma deve cambiare in funzione del numero di persone che
abitano in quella casa. Stessa riflessione, probabilmente, anche sull’Iva: rivedere
quali sono i prodotti che devono essere sottoposti a questo prelievo… Questo governo
deve dare un segnale forte a favore della famiglia, altrimenti resterà una quota di
iniquità molto forte nella manovra. (mg)
Il capitolo sicuramente più consistente
della manovra del governo Monti resta comunque quello relativo alla nuova previdenza.
Tutti in pensione più tardi e con compensi più bassi ma più equi? Si possono riassumere
così le nuove regole? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Vincenzo Ferrante ordinario
di Diritto del lavoro e previdenza sociale alla Cattolica di Milano:
R. - Si può
dire tutti in pensione con più versamenti: certamente anche con una maggiore proporzione
fra quanto si è versato e quando si otterrà.
D. - Il ‘contributivo’ per tutti
va nel senso dell’equità?
R. - Il precedente sistema utilizzava per calcolare
la pensione solo le ultime retribuzioni: non c’era commisurazione, non c’era proporzione
tra quanto si versava in termini di contribuiti e quanto si riceveva. Col sistema
del contributivo, invece, i contribuiti servono da base per la pensione: si applica
un parametro che tiene conto dell’età del soggetto e quindi della speranza di vita
e, quindi, degli anni in cui gli verrà pagata la pensione. Certamente questo sistema,
che va - come dire - a ridurre i costi per lo Stato, riduce e anche di molto l’importo
delle pensioni per i singoli.
D. - Altro aspetto della nuova previdenza è
sicuramente quello relativo alle regole più severe per andare a riposo prima dei 66
anni, anche penalità per chi lascia prima dei 62 e comunque uscire dal lavoro più
anziani: questo come lo valuta?
R. - Va letto bene. Ovviamente, questo significa
che si lavora di più, si vive di più… E’ chiaro, però, che tutta una serie di misure,
di cui noi non ci preoccupavamo, perché si andava in pensione tutto sommato molti
giovani, adesso devono essere attivate. Ripeto che è difficile pensare che tutti i
lavoratori - anche quelli manuali, anche quelli impegnati in attività faticose - possano
effettivamente raggiungere quell’età in buone condizioni di salute.
D. - Altro
aspetto doloroso della manovra è il blocco dell’indicizzazione delle pensioni superiori
ai 935 euro…
R. - Qui quello che lascia veramente sbigottiti è - come dire
- la correlazione che ha istituito il governo. Il governo ha istituito una tassa dell’1,5
per cento sui capitali che sono rientrati dall’estero: ci sono persone che hanno evaso
il fisco, hanno portato i soldi all’estero, li hanno riportati e portano ora a casa
un guadagno del 37 per cento. Sarebbe logico che il prelievo fiscale su questi capitali
- se collegato alla garanzia del mantenimento del potere d’acquisto dei redditi più
bassi - fosse assai più elevato. (mg)