Giornata di sangue in Afghanistan: 60 morti in un attentato
Quasi 60 morti e oltre 100 feriti costituiscono il drammatico bilancio dell’attentato
che stamani a Kabul ha colpito una processione sciita durante la festività islamica
dell’Ashura. Proprio ieri, la conferenza tenutasi a Bonn aveva evidenziato la necessità
che il supporto internazionale al Paese asiatico continui almeno per altri dieci anni.
Il servizio di Giancarlo La Vella:
Un attacco
micidiale che aveva come obiettivo quello di provocare una strage di persone inermi,
che partecipavano a una cerimonia religiosa. E strage è stata, con un tragico bilancio
di vittime che aumenta di ora in ora. L’attacco è stato rivendicato in giornata da
un’organizzazione terroristica islamica del Pakistan. Il gruppo si è distinto
in passato per attacchi mirati a personalità iraniane e fedeli sciiti in Pakistan.
Ma questo di Kabul non è il solo episodio di sangue avvenuto oggi. Quattro
persone sono rimaste uccise in un altro attentato a Mazar I Sharif, nel nord del Paese,
mentre numerosi feriti si contano a Kandahar, vittime dell’esplosione di una moto-bomba.
“Mai prima d’ora, in un giorno sacro come l'Ashura si erano verificati episodi
di tale portata”: questo il commento del presidente afghano, Hamid Karzai, da Berlino
dove, all'indomani della Conferenza internazionale di Bonn, ha incontrato la cancelliera
Angela Merkel. Il capo del governo tedesco, alla luce della situazione, ha sottolineato
che per raggiungere la pace in Afghanistan è necessaria unicamente una soluzione politica.
La comunità internazionale – aveva detto ancora la Merkel – non abbandonerà comunque
Kabul nel difficile processo di pacificazione. Da qui, il rinnovato impegno decennale
in supporto del processo di stabilizzazione afghano. Dalla sua, l’opposizione talebana
– che ha espresso ferma condanna per i fatti di sangue odierni, giudicandoli anti-islamici
– ha invece liquidato l'evento della Conferenza di Bonn, alla quale hanno partecipato
rappresentanti di un centinaio di Paesi e di 15 organizzazioni internazionali, definendola
“un'altra futile riunione”.
Scontri tra esercito e talebani in Pakistan,
12 morti Almeno 12 militanti estremisti islamici sono stati uccisi in scontri
con l'esercito pakistano nel distretto tribale di Kurram, alla frontiera con l'Afghanistan.
Nella città portuale di Karachi, due persone sono state ferite nell'esplosione di
una bomba avvenuta durante le processioni religiose per l'Ashura, la più importante
ricorrenza per gli sciiti. Il governo pakistano ha deciso oggi di convocare i suoi
ambasciatori per una consultazione sulla politica estera da seguire dopo l'attacco
della Nato del 26 novembre, costato la vita a 25 soldati di Islamabad.
Ultimatum
Lega araba, la Siria chiede di annullare le sanzioni Continua il braccio di
ferro tra il governo di Assad e la Lega Araba sul protocollo relativo alla missione
degli osservatori. Dopo il nuovo ultimatum, il ministro degli Esteri siriano, Walid
al Wallim, ha fatto sapere che Damasco accetterà la missione se l’organizzazione panaraba
annullerà le sanzioni economiche. Intanto, il segretario di Stato americano, Hillary
Clinton, incontrerà sette rappresentanti dell'opposizione siriana a Ginevra, dove
si recherà al termine della riunione ministeriale dell'Osce a Vilnius, in programma
per oggi.
Il Comitato Onu per i diritti umani condanna la repressione nello
Yemen L'Alto commissariato Onu per i diritti umani ha condannato oggi a Ginevra
gli attacchi contri i civili e l'uso sproporzionato della forza nello Yemen, in particolare
a Taiz, dove da giovedì scorso oltre 20 persone sono state uccise dalle sparatorie
ed i bombardamenti. Tra le vittime anche tre bambini, ha precisato la portavoce dell'Alto
commissariato, Ravina Shamdasani. “Le uccisioni devono cessare immediatamente e chiediamo
a tutte le parti di porre fine all'uso della forza violenta”, ha aggiunto. L'Alto
commissariato ha inoltre chiesto alle autorità yemenite di collaborare con l'Ufficio
delle Nazioni Unite per i diritti umani e di concedere un accesso nel Paese per poter
valutare la situazione dei diritti umani sul terreno.
Dopo 540 giorni senza
governo, accordo in Belgio per il nuovo esecutivo Dopo 540 giorni senza governo,
il socialista Elio di Rupo è ufficialmente il nuovo premier del Belgio. Lui e il suo
esecutivo giureranno oggi davanti al re Alberto II. Si chiude così una crisi di governo
da record mondiale. L'accordo è stato raggiunto dopo una riunione di 20 ore tra i
rappresentanti dei sei partiti che compongono la coalizione di governo. L'italo-belga
Di Rupo ha già messo nero su bianco il programma di lavoro che lo aspetta, tra cui
il piano di risanamento dei conti pubblici già presentato all’Ue.
Cinquanta
ordinanze di arresto contro il clan dei casalesi nel napoletano Nella provincia
di Napoli, è stato condotto un blitz delle forze dell’ordine nei confronti di esponenti
e affiliati del clan dei Casalesi. L'operazione ha portato all'esecuzione di oltre
50 ordinanze di custodia cautelare già notificate a boss, politici e imprenditori.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione camorristica, riciclaggio, corruzione
e falso. Tra i destinatari dei provvedimenti figura il deputato del Pdl, Nicola Cosentino,
per il quale è stata chiesta alla Camera dei deputati l'autorizzazione all'arresto.
Nei capi di imputazione formulati dai pm è definito “referente politico nazionale
dei Casalesi”. Indagato anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro.
Manifestanti
in Ucraina chiedono cure per la Timoshenko in carcere Hanno occupato la zona
del parlamento riservata ai membri del governo e hanno poi rivolto al presidente,
Viktor Ianukovich, uno striscione con la scritta "Non uccidere Iulia". È così che
stamattina i deputati dell'opposizione ucraina hanno protestato contro la presunta
inadeguatezza delle cure prestate in carcere alla loro leader, Iulia Timoshenko, costretta
a letto da settimane da forti dolori alla colonna vertebrale. La ex premier accusa
fitte alla zona lombare che non le consentono di muoversi e, secondo i suoi avvocati,
nel carcere di Kiev dove è rinchiusa non viene curata come dovrebbe. Inoltre, sul
corpo dell'eroina della Rivoluzione arancione sarebbero ricomparsi i discussi lividi
già denunciati quattro mesi fa, alcuni giorni dopo l'arresto. Timoshenko si trova
in carcere dal 5 agosto scorso e a ottobre è stata condannata a sette anni di reclusione
per abuso di potere per aver siglato nel 2009 un contratto con Mosca per le forniture
di gas senza il consenso del governo da lei guidato e a un prezzo che Kiev ritiene
troppo oneroso. La Timoshenko si è sempre dichiarata innocente e sostiene che il processo
a suo carico sia stato orchestrato dalla fazione del presidente Ianukovich per sbarazzarsi
di lei a livello politico.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu inasprisce
le sanzioni contro l’Eritrea Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato
ieri una risoluzione che inasprisce le sanzioni contro l'Eritrea. Il Paese africano
ha violato le disposizioni stabilite dai quindici nelle risoluzioni del 2008 e del
2009: in particolare, aver fornito supporto ai gruppi di opposizione armata, tra cui
quello di Al-Shabaab, impegnati nel minare la pace in Somalia e in tutta la regione.
La risoluzione è stata adottata con tredici voti a favore, astenuti Russia e Cina.
(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Giovanni Cossu)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 340