2011-12-06 12:49:44

Conferenza a Mosca sulle discriminazioni anticristiane, mons. Pezzi: cattolici e ortodossi uniti a difesa dei fratelli perseguitati


Unire gli sforzi per contrastare le discriminazioni anticristiane nel mondo: è il pressante appello levato, in questi giorni, da Mosca dove si è tenuta una Conferenza internazionale, promossa dal Patriarcato di Mosca proprio sulla discriminazione e la persecuzione dei cristiani. Nel suo intervento per l’occasione, l’arcivescovo Erwin Josef Ender, rappresentante della Santa Sede alla Conferenza, ha messo l’accento sulla correlazione tra la negazione della libertà religiosa e i crimini generati dall’odio contro le minoranze religiose. All’evento, è intervenuto anche l’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, mons. Paolo Pezzi, che al microfono di Alessandro Gisotti si sofferma sull’impegno comune di cattolici e ortodossi contro ogni forma di intolleranza anticristiana:RealAudioMP3

R. - Innanzitutto penso che occorra dire dell’importanza dell’evento: questa conferenza, promossa dal Patriarcato di Mosca, aveva come scopo porre l’attenzione sulla persecuzione dei cristiani in tutto il mondo e in particolare in quei luoghi dove questa persecuzione è cruenta. In secondo luogo, la Conferenza ha posto a tema qual è il contributo che le Chiese cristiane possono portare.

D. - E’ significativo che sia stata fatta a Mosca, significativa anche la partecipazione di un rappresentante della Santa Sede. Quali sono le tappe che si possono pensare dopo questo evento?

R. - La presenza della Chiesa cattolica, con l’arcivescovo Erwin Josef Ender, inviato dal Papa, la presenza del nunzio e anche la presenza della Chiesa cattolica locale ha permesso di dare un orizzonte universale alla preoccupazione relativa a questo problema. Nel suo intervento il prof. Massimo Introvigne ha ricordato che se non la si prende sul serio questa situazione, anche le nostre parole possono risultare abbastanza vuote. Che prospettive sono emerse dalla Conferenza? Anzitutto c’è stata una sottolineatura, che mi sembra importante, della possibilità di un costante monitoraggio di quello che avviene nel mondo: che ci sia cioè la possibilità e l’opportunità tra le Chiese di un’informazione. Questa informazione permette - da un lato - di comprendere l’importanza di pregare gli uni per gli altri e - in secondo luogo - permette di prendere coscienza che il fenomeno del martirio è legato alla necessità della testimonianza cristiana.

D. - Questo rinnovato impegno può essere anche un elemento di maggior unità tra cattolici ed ortodossi?

R. - Io penso senz’altro di sì! Nel mio breve intervento ho voluto sottolineare questo aspetto: non si tratta di mettere da parte le nostre differenze in vista di chissà quale altro scopo, ma la coscienza della persecuzione di nostri fratelli del mondo ci spinge veramente a guardare con più forza ciò che abbiamo già in comune e in forza di questo - cioè della fede in Cristo - portare assieme la nostra testimonianza, perché ci sia una difesa e una salvaguardia dei cristiani nel mondo. (mg)







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