Monti alle Camere: manovra dolorosa, l’Italia non fallirà. Protestano i sindacati.
Bene i mercati
Interventi dolorosi ma necessari: senza questo pacchetto l'Italia crolla. Così il
premier Mario Monti ha spiegato oggi pomeriggio alla Camera e al Senato la manovra
economica varata ieri sera dal Consiglio dei ministri. Tiepida l’accoglienza del Parlamento,
dure critiche dai sindacati, mentre dei mercati arriva una reazione positiva. Giampiero
Guadagni:
Per il vescovo
Giancarlo Bregantini, responsabile della Commissione Cei per i Problemi sociali e
il Lavoro, la manovra del governo Monti era ''necessaria'' ma ''poteva essere più
equa”. Bregantini afferma che “si sono fatti passi ma potevano essere ancora più equanimi”..
Dunque
un provvedimento che vale circa 30 miliardi lordi. Per un commento sentiamo il presidente
dell'Istat, Enrico Giovannini:
R. - La manovra
cerca anche di stimolare lo sviluppo. In questo senso, credo si orienti verso la direzione
giusta: abbiamo bisogno di maggior qualità nel nostro Prodotto interno lordo perché
questo crea maggior competitività, fa crescere il Paese. La manovra che è stata discussa
ha anche delle misure in questa direzione
Ma l'aumento dell'Iva e il blocco
dell'indicizzazione delle pensioni sopra i 960 euro, non rischiano di aver un effetto
depressivo? Sentiamo l'economista Luigi Campiglio
R. - Era inevitabile una
manovra del genere, ma richiede un’altra faccia, altrettanto inevitabile, a meno di
non voler ‘andare sott’acqua’, come si suol dire. Bisogna cioè poter ripartire subito
con un processo vero di crescita e di sviluppo. Aumentare l’Iva significa, in questa
situazione di ristagno della domanda, farsi del male da soli.
Su una manovra
cosi' importante Giancarlo La Vella ha sentito l’economista Riccardo Moro:
R. – Sicuramente
è un cambio di passo. Quello che serviva, rispetto ai mesi precedenti, era mostrare
un governo che cambiasse appunto sia nella complessità della manovra sia nella credibilità
con cui la presentava. Questo è il segnale, sostanzialmente, che aspettavano i mercati,
perché i mercati giocavano speculativamente proprio in ragione di questa immagine
di scarsa credibilità. Mi pare che, in questo senso, il governo si presenti in una
maniera completamente diversa. Per vedere se, dal punto di vista tecnico, ci sarà
un’efficacia, bisognerà aspettare ancora qualche settimana, qualche mese, per vedere
i primi trend. L’impressione, comunque, è inizialmente positiva.
D. – Per quanto
riguarda le reazioni interne, è una manovra sufficientemente equa o, come hanno detto
ad esempio i sindacati, va a colpire le fasce più deboli?
R. – Ci si poteva
aspettare probabilmente qualcosa anche di più robusto dal punto di vista dell’impegno
che si chiede alle fasce più avvantaggiate del Paese. Per essere chiari, la parola
è: "patrimoniale". In realtà, una patrimoniale consistente o, appunto, di grande immagine
non esiste. Il presidente del Consiglio ha detto che temeva che con un provvedimento
di questo tipo si sarebbero incentivate, in realtà, le fughe, un comportamento in
cui le persone si sottraggono all’imposizione fiscale, usando tutti gli spazi possibili
per evasione ed elusione. Io credo, però, che, purtroppo, bisogna tener conto anche
del consenso per costruire in Parlamento. Mi sembra comunque che un’attenzione ci
sia stata anche nella direzione dell’equità. (ap)
Dunque, la manovra varata
dal governo Monti può essere considerata equa? Risponde al microfono di Fabio Colagrande
il presidente del ‘Movimento cristiano lavoratori’, Carlo Costalli:
R. - Sicuramente
il momento è difficile per il Paese, e quindi siamo consapevoli che sono necessarie
delle decisioni dolorose. Ci aspettavamo più coraggio anche sulla previdenza, dove
pure nei giorni scorsi avevamo dichiarato, molti di noi, una disponibilità a verificare
i provvedimenti. Quello che è mancato per me - ed in questo do ragione alle critiche,
in queste ore, da parte della Cisl - è stato anche un confronto vero con le organizzazioni
sindacali, che sicuramente avrebbe portato ad un’equità maggiore in alcuni campi,
soprattutto in quello della previdenza.
D. – Lei pensa che per quanto riguarda
i costi della politica, per i tagli a questi costi si poteva fare di più?
R.
- Sicuramente. Per me sono due le lacune in questo provvedimento: una riguarda i tagli
alla politica. È vero che c’è questo segnale sulle province, ma sappiamo bene che
il costo dell’apparato pubblico è eccessivo, e ci vuole sicuramente più coraggio.
L’altra è nei confronti delle liberalizzazioni: più lotta alle corporazioni e, forse,
più attenzione ai pensionati e ai lavoratori dipendenti. Quando parlo di liberalizzazione
mi riferisco a tutti gli ordini professionali, ma anche ai servizi pubblici locali.(bi)