Italia: risposta positiva dei mercati alla manovra varata dal governo Monti. Interviste
con Giovannini, Campiglio, Moro, Costalli
Dopo la presentazione, ieri alla stampa, del decreto “Salva Italia” da parte del premier
Mario Monti, il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, ha espresso
stamani - a margine del congresso a Roma in occasione della Giornata internazionale
del volontariato - “rispetto per impegno e tensione morale del governo”. “Le valutazioni
sulla manovra - ha aggiunto il capo di Stato italiano - spettano al Parlamento”, dove
il decreto verrà presentato oggi. Dalla Borsa, intanto, arrivano giudizi positivi.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il mercato
promuove oggi la manovra, di oltre 30 miliardi di Euro lordi,
varata dal governo Monti. Piazza Affari è in netto rialzo e cala sotto quota 400 lo
spread, il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi. Ma l’esame
più impegnativo è quello dei prossimi giorni, quando si vedrà se la buona prova di
oggi della Borsa si tradurrà in un trend positivo. Il premier Mario Monti ha affermato,
stamani, che questa settimana sarà cruciale anche per l’Euro. Il premier ha poi ribadito
che la necessità è “di salvare l’Italia in modo che tutti contribuiscano a questo
sforzo”. “Senza queste riforme – ha detto il presidente del Consiglio – l’Italia crolla”.
In una nota, l’agenzia Sir della Conferenza episcopale Italiana sottolinea
che dal governo italiano è arrivato “un segnale chiaro e forte”. “I dettagli
saranno poi meglio noti e, dunque, meglio analizzabili”. Dal canto suo, mons. Giancarlo
Bregantini, responsabile della Commissione Cei per il lavoro, ha affermato all'Ansa
che la manovra finanziaria era "necessaria", ma "poteva essere più equa". In
attesa di prossimi riscontri, diversi osservatori concordano sul fatto che le misure
toccano, in alcuni settori, anche profondamente, molteplici campi. Una parte
consistente della manovra riguarda le pensioni: il sistema contributivo viene esteso
a tutti i lavoratori e sono cancellate le finestre mobili di uscita. Per le pensioni
di anzianità, a prescindere dall’età, il requisito contributivo minimo è di 41 anni
per le donne e di 42 e per gli uomini. Dal 2018 l’età minima, per le pensioni
di vecchiaia, sarà di 66 anni. Fissato, per il biennio 2012-2013 anche il blocco
della rivalutazione delle pensioni di oltre 467 Euro al mese. E’ stata anche introdotta
una fascia di flessibilità per l’uscita dal lavoro con assegni più bassi per chi accede
prima alla pensione. Altre misure riguardano il ritorno dell’Ici sulla prima
casa e la rivalutazione, con un aumento del 60%, delle rendite catastali. Vengono
poi aboliti alcuni enti, ritenuti non più utili. Le Province
non vengono eliminate, ma riportate alla funzione di organi di indirizzo e coordinamento.
Un altro versante, ritenuto strategico dal governo, riguarda la tracciabilità delle
transazioni: viene fissata a mille Euro la soglia, sopra la quale non si potranno
effettuare pagamenti in contanti. Diverse anche le misure previste per il prossimo
futuro: dal primo settembre 2012, ci sarà un aumento di due punti percentuali dell’Iva
e, da gennaio, scatterà un incremento delle accise sulla benzina. Il taglio
di 2,5 miliardi al Fondo sanitario nazionale è anticipato al 2012. Viene anche introdotto
uno sgravio del’Irap alle imprese per chi assume donne e giovani. Sono previste tasse
sul lusso per auto potenti, barche oltre i dieci metri ed elicotteri. Nella
manovra non ci sono, invece, la ‘patrimoniale’ ed interventi correttivi dell’Irpef.
Per quanto riguarda i nuclei familiari, restano infine immutate le detrazioni per
i figli a carico.
Per un commento sentiamo il presidente dell'Istat, Enrico
Giovannini
R. - La manovra cerca anche di stimolare lo sviluppo. In questo
senso, credo si orienti verso la direzione giusta: abbiamo bisogno di maggior qualità
nel nostro Prodotto interno lordo perché questo crea maggior competitività, fa crescere
il Paese. La manovra che è stata discussa ha anche delle misure in questa direzione
Ma l'aumento dell'Iva e il blocco dell'indicizzazione delle pensioni sopra
i 960 euro, non rischiano di aver un effetto depressivo? Sentiamo l'economista Luigi
Campiglio
R. - Era inevitabile una manovra del genere, ma richiede un’altra
faccia, altrettanto inevitabile, a meno di non voler ‘andare sott’acqua’, come si
suol dire. Bisogna cioè poter ripartire subito con un processo vero di crescita e
di sviluppo. Aumentare l’Iva significa, in questa situazione di ristagno della domanda,
farsi del male da soli.
Su una manovra cosi' importante
Giancarlo La Vella ha sentito l’economista Riccardo Moro:
R. – Sicuramente
è un cambio di passo. Quello che serviva, rispetto ai mesi precedenti, era mostrare
un governo che cambiasse appunto sia nella complessità della manovra sia nella credibilità
con cui la presentava. Questo è il segnale, sostanzialmente, che aspettavano i mercati,
perché i mercati giocavano speculativamente proprio in ragione di questa immagine
di scarsa credibilità. Mi pare che, in questo senso, il governo si presenti in una
maniera completamente diversa. Per vedere se, dal punto di vista tecnico, ci sarà
un’efficacia, bisognerà aspettare ancora qualche settimana, qualche mese, per vedere
i primi trend. L’impressione, comunque, è inizialmente positiva.
D.
– Per quanto riguarda le reazioni interne, è una manovra sufficientemente equa o,
come hanno detto ad esempio i sindacati, va a colpire le fasce più deboli?
R.
– Ci si poteva aspettare probabilmente qualcosa anche di più robusto dal punto di
vista dell’impegno che si chiede alle fasce più avvantaggiate del Paese. Per essere
chiari, la parola è: "patrimoniale". In realtà, una patrimoniale consistente o, appunto,
di grande immagine non esiste. Il presidente del Consiglio ha detto che temeva che
con un provvedimento di questo tipo si sarebbero incentivate, in realtà, le fughe,
un comportamento in cui le persone si sottraggono all’imposizione fiscale, usando
tutti gli spazi possibili per evasione ed elusione. Io credo, però, che, purtroppo,
bisogna tener conto anche del consenso per costruire in Parlamento. Mi sembra comunque
che un’attenzione ci sia stata anche nella direzione dell’equità. (ap)
Dunque,
la manovra varata dal governo Monti può essere considerata equa? Risponde al microfono
di Fabio Colagrande il presidente del ‘Movimento cristiano lavoratori’, Carlo
Costalli:
R. - Sicuramente
il momento è difficile per il Paese, e quindi siamo consapevoli che sono necessarie
delle decisioni dolorose. Ci aspettavamo più coraggio anche sulla previdenza, dove
pure nei giorni scorsi avevamo dichiarato, molti di noi, una disponibilità a verificare
i provvedimenti. Quello che è mancato per me - ed in questo do ragione alle critiche,
in queste ore, da parte della Cisl - è stato anche un confronto vero con le organizzazioni
sindacali, che sicuramente avrebbe portato ad un’equità maggiore in alcuni campi,
soprattutto in quello della previdenza.
D. – Lei pensa che per quanto
riguarda i costi della politica, per i tagli a questi costi si poteva fare di più?
R.
- Sicuramente. Per me sono due le lacune in questo provvedimento: una riguarda i tagli
alla politica. È vero che c’è questo segnale sulle province, ma sappiamo bene che
il costo dell’apparato pubblico è eccessivo, e ci vuole sicuramente più coraggio.
L’altra è nei confronti delle liberalizzazioni: più lotta alle corporazioni e, forse,
più attenzione ai pensionati e ai lavoratori dipendenti. Quando parlo di liberalizzazione
mi riferisco a tutti gli ordini professionali, ma anche ai servizi pubblici locali.(bi)