Il Papa chiede di pregare per la concordia e la pace nel mondo
“Perché tutti i popoli della terra, attraverso la conoscenza ed il rispetto reciproco,
crescano nella concordia e nella pace”: è questa l’intenzione generale di preghiera
del Papa per il mese di dicembre. In questo tempo forte che ci avvicina al Natale,
Benedetto XVI chiede dunque ai fedeli di pregare per la pace. Un tema, quello della
pace, che ha contraddistinto questo 2011, fino al momento culminante dell’incontro
con i leader religiosi ad Assisi, dello scorso ottobre. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Non rassegnarsi
mai alla violenza. Fin dall’inizio dell’anno, nella Messa del 1 gennaio, Benedetto
XVI chiede all’umanità intera di non abituarsi “a conflitti che provocano vittime
e mettono a rischio il futuro dei popoli”:
“Di fronte alle minacciose
tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle
intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani, ancora
una volta rivolgo il pressante invito a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione”.
(Messa per la Giornata Mondiale della pace, 1 gennaio 2011)
Nella
44.ma Giornata Mondiale della pace, il Papa sottolinea dunque che la guerra è il “volto
orrendo della storia” e ribadisce che non “bastano le parole”, serve un rinnovato
spirito di pace:
“Oggi, vogliamo raccogliere il grido di tanti uomini,
donne, bambini e anziani vittime della guerra, che è il volto più orrendo e violento
della storia. Noi oggi preghiamo affinché la pace (…) possa giungere ovunque (…) Per
questo, specialmente con la nostra preghiera, vogliamo aiutare ogni uomo e ogni popolo,
in particolare quanti hanno responsabilità di governo, a camminare in modo sempre
più deciso sulla via della pace”. (Messa per la Giornata Mondiale della pace, 1 gennaio
2011)
Con lo scorrere dei mesi, non si contano gli appelli del Papa
per la pace, all’Angelus e alle udienze generali. Dalla Libia alla Terra Santa, dalla
Colombia al Corno d’Africa, Benedetto XVI esprime la sua vicinanza alle popolazioni
che soffrono a causa della violenza. Un afflato che si manifesta, in modo commovente,
nella visita che il Papa compie al sacrario delle Fosse Ardeatine, nel marzo scorso.
E nel decimo anniversario dell’11 settembre, leva un pressante appello contro il terrorismo
e per la pace:
“Nel ricordare al Signore della Vita le vittime degli
attentati compiuti in quel giorno e i loro familiari, invito i responsabili delle
Nazioni e gli uomini di buona volontà a rifiutare sempre la violenza come soluzione
dei problemi, a resistere alla tentazione dell’odio e a operare nella società, ispirandosi
ai principi della solidarietà, della giustizia e della pace”. (Angelus, 11 settembre
2011)
Quindi, ad Assisi, 25 anni dopo lo storico incontro tra i
leader religiosi voluto dal Beato Giovanni Paolo II, rinnova l’esortazione ai credenti,
ma anche ai non credenti, a diventare strumenti di pace. Il Papa non manca di riconoscere
le mancanze dei cristiani:
“Come cristiano, vorrei dire a questo
punto: sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla
violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna. Ma è assolutamente chiaro che questo
è stato un utilizzo abusivo della fede cristiana, in evidente contrasto con la sua
vera natura”. (Incontro di Assisi, 27 ottobre 2011)
D’altro canto,
alla vigilia del grande incontro del 27 ottobre, il Papa - presiedendo una cerimonia
di preghiera in Vaticano - aveva incoraggiato i cristiani ad essere anche pronti al
martirio per far trionfare la pace nel mondo:
“I cristiani non devono
mai cedere alla tentazione di diventare lupi tra i lupi; non è con il potere, con
la forza, con la violenza che il regno di pace di Cristo si estende, ma con il dono
di sé, con l’amore portato all’estremo, anche verso i nemici. Gesù non vince il mondo
con la forza delle armi, ma con la forza della Croce, che è la vera garanzia della
vittoria”. (Veglia di preghiera, 26 ottobre 2011)