2011-12-03 08:34:23

Kenya: appello dei vescovi per lo sciopero dei medici


“Dare spazio al dialogo per proteggere la vita umana”: si intitola così la nota che la Conferenza episcopale del Kenya (Kec) ha pubblicato in vista dello sciopero nazionale che i medici del Paese hanno minacciato per il 5 dicembre. Nel documento, a firma di mons. Philip Sulumeti, presidente della Commissione cattolica del Kenya per la salute, i presuli “riconoscono la serietà e l’importanza” dell’astensione dal lavoro dei dottori, sottolineando che le loro difficoltà “vanno oltre la questione dello stipendio personale ed includono le condizioni lavorative, lo stato degli ospedali e delle strutture sanitarie in termini di attrezzature e risorse”. Ribadendo quindi che “i medici non stanno manifestando solo le loro necessità personali e professionali, ma anche quelle delle strutture sanitarie, in modo da rendere il loro lavoro più efficiente ed efficace e da accrescere il benessere dei pazienti”, la Conferenza episcopale lancia un appello al dialogo tra le parti. “Il governo ha la responsabilità di ascoltare”, scrivono i vescovi, e “le parti in causa devono tenere in considerazione la posta in gioco”, poiché “i medici offrono un servizio che non dovrebbe essere mai interrotti”, ovvero “l’obbligo di proteggere la vita umana e di fare tutto il possibile per preservarla attraverso la medicina preventiva e curativa”. Anche perché, continua la Kec, “il giuramento di Ippocrate è imperniato sulla deontologia medica” e “non dovrebbe mai verificarsi una situazione in cui la vita sia messa in pericolo, direttamente o indirettamente”. Di qui, l’accento forte posto dai vescovi sul fatto che “essere un medico o un infermiere è una vocazione, una chiamata da parte di Dio ed ha lo scopo di proteggere la vita umana”. La Chiesa del Kenya ricorda, poi, che il diritto alla vita è sancito anche dalla Costituzione del Paese, così come dalla Dottrina sociale della Chiesa, nella quale si ribadisce che tale diritto è “una priorità assoluta” e che senza di esso “tutti gli altri diritti non hanno alcun valore. Anzi: ogni altro diritto è rilevante solo se c’è la vita”. In questo spirito, perciò, la Kec esprime apprezzamento per “la volontà dei medici di preservare la vita ad ogni costo e di negoziare con il governo usando tutti quegli strumenti che non danneggiano la vita stessa e la dignità dei pazienti”. Allo stesso tempo, i vescovi kenioti lanciano un appello al governo affinché “crei le strutture necessarie ad un dialogo serio”, il che significa “impegnarsi a preservare la vita, comprendendo la gravità delle conseguenze sulla popolazione se lo sciopero dei medici dovesse effettivamente avere luogo”. Per risolvere i problemi, conclude la nota, è necessario “abbandonare gradualmente la cultura degli scioperi ed abbracciare quella del dialogo”, tenendo presente che “non tutte le richieste possono essere accolte in una volta sola” e che è importante “instaurare strutture di dialogo affidabili e coerenti”. (I.P.)







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