I Gesuiti dell’Africa e del Madagascar sulle proposte della Chiesa per sconfiggere
l'Aids
“La risposta mondiale all’Aids ci dà buoni motivi per sperare in un futuro libero
da questa pandemia fintanto che gli sforzi volti ad assicurare l’accesso universale
a trattamenti di qualità per le persone colpite saranno mantenuti e migliorati. Ma
l’Aids resta ancora una grave minaccia alla vita e non c’è alcuno spazio per il compiacimento”.
È la convinzione espressa dai Gesuiti dell'Africa e del Madagascar in occasione Giornata
mondiale per la lotta all'Aids celebrata il 1° dicembre. Questa convinzione - afferma
un messaggio del presidente della Conferenza dei Provinciali dell'Africa e del Madagascar
(Jevam), padre Michael Lewis - è sostenuta dall’esperienza sul campo dell’Ajan, il
network dei Gesuiti in Africa contro l’Aids,, dall’obiettivo ‘zero’ fissato quest’anno
dall’agenzia Onu contro l’Aids e dalle indicazioni del Santo Padre nella recente Esortazione
apostolica “Africae Munus”. Gli ultimi dati statistici, che indicano una sensibile
diminuzione del contagio e un crescita del 20% dell’accesso ai farmaci antiretrovirali
tra il 2009 e il 2010 nell’Africa sub-sahariana – rileva padre Lewis nel testo -
permettono un “prudente ottimismo”. Questo non deve però fare dimenticare che il numero
delle persone affette dall’Hiv e dei contagi nel Continente africano resta ancora
molto elevato. L’Ajan fa quindi propri gli appelli dell’Onu e di Benedetto XVI nell’”Africae
Munus” a maggiori investimenti per le cure contro l’Hiv. Gli antiretrovirali non
sono tuttavia sufficienti: essi, sottolinea il messaggio, “devono fare parte di un
approccio integrato alla prevenzione e alle cure che, come suggerito da Benedetto
XVI, combini soluzioni farmacologiche con preoccupazioni etiche, il cambiamento di
certi comportamenti con lo sviluppo integrale, la carità con la giustizia”. “Da tempo
– ricorda l’Ajan – la Chiesa cattolica offre questo tipo di risposta integrale”. Essa
ha quindi “un ruolo essenziale da svolgere nella strategia dell’agenzia Onu contro
l’Aids per raggiungere l’obiettivo zero”. La giustizia – conclude il messaggio - è
una parte essenziale di questa battaglia che non può prescindere da una ridistribuzione
delle risorse a favore delle spese sanitarie. (L.Z.)