Giornata delle persone disabili: la crisi aggrava l'emarginazione
Inclusione, la parola chiave dell’odierna Giornata internazionale delle persone con
disabilità, indetta dall’Onu, che ha annunciato per il 2012 un Congresso mondiale
sulla disabilità. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Insieme
per un mondo migliore per tutti: includendo le persone disabili nello sviluppo”. Il
tema della Giornata per ‘includere’ e capire quanto è stato fatto e quanto resta da
fare; per ‘organizzare’ dibatti, incontri, campagne informative sui diritti dei disabili;
per ‘celebrare e festeggiare’ con spettacoli in tutto il mondo il contributo offerto
dai disabili; per ‘agire’ subito a favore dei disabili, che sono - secondo stime -
il 15 per cento della popolazione mondiale, vale a dire circa 1 miliardo di persone.
L’Onu chiede quest’anno di raccogliere maggiori dati sulla disabilità. Anche questo
un modo per avere visibilità? Roberta Speziale, responsabile
politiche sociali dell’Anffas, Associazione italiana delle famiglie di persone con
disabilità.
R. – Sì, sicuramente importante è raccogliere dati; è importante
perché aiuta nella programmazione, nelle politiche, negli interventi che si fanno
a favore della disabilità. Il monitoraggio è uno degli aspetti che vengono messi particolarmente
in rilievo dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, e purtroppo
la carenza di dati sulle condizioni di vita delle persone con disabilità e delle loro
famiglie è uno dei problemi maggiori che una serie di nazioni in tutto il mondo, ma
sicuramente anche l’Italia, si trovano ad affrontare.
D. - Nel manifesto
della giornata si evidenzia anche un’attenzione particolare alle donne disabili: due
volte emarginate, possiamo dire?
R. – Sì, anche la Convenzione Onu sui
diritti delle persone con disabilità mette in luce e dedica proprio un articolo specifico
alle donne con disabilità, che sono spesso soggette a una doppia discriminazione.
Quindi, è necessario mettere in campo maggiori tutele. Se pensiamo ad esempio anche
alle donne con disabilità intellettiva o relazionale, ci rendiamo conto che le tutele
per garantire le pari opportunità sono sicuramente maggiori. È perciò necessario sia
sensibilizzare che sviluppare politiche più adeguate per le donne con disabilità.
D.
– L’Onu denuncia ancora enormi barriere all’inclusione di bambini e ragazzi ...
R.
– Sì, anche questo è un tema importantissimo: la nostra associazione Anffas, per esempio,
da tempo richiama l’attenzione ricollegandosi anche alla carenza di dati relativi
ai bambini tra zero e sei anni nel nostro Paese: non esistono dati sui bambini con
disabilità in questa fascia d’età. Ci rendiamo conto di quanto questo possa impattare
ovviamente anche sulla programmazione sulle politiche che si fanno per i bambini con
disabilità. Sicuramente, un altro ambito dove si registrano spesso discriminazioni
e carenze di opportunità, è quello dell’inclusione scolastica. Nel nostro Paese in
particolare, questo è uno dei temi caldi che la stampa riporta quotidianamente alla
nostra attenzione.
D. – Quanto la crisi economica sta incidendo, almeno
in Italia, nelle politiche per i disabili?
R. – In Italia, le ripercussioni
ci sono, sono pesanti; il movimento delle persone con disabilità, la Fish, in primo
luogo, che è la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, ma anche all’Anffas,
stanno mettendo in campo tutta una serie di iniziative per contrastare dei tagli che
si stanno ripercuotendo sulla vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie,
spesso soggette ad un impoverimento anche maggiore rispetto al resto della popolazione.
Se uniamo l’esclusione sociale, la discriminazione, la carenza di opportunità anche
a condizioni economiche non del tutto favorevoli, ci rendiamo conto che questo davvero
porta a situazioni che potrebbero diventare disperate.
D. – Dottoressa
Speziale, ci sono dei Paesi più meritevoli al mondo, per quanto riguarda l’inclusione
dei disabili e, invece altri Paesi dove, appunto, si è ancora molto arretrati?
R.
– Sicuramente un dato di partenza su cui possiamo riflettere è che c’è una serie di
Paesi, oltre cento, che ha ratificato o firmato la Convenzione Onu sui diritti delle
persone con disabilità e, quindi, ha preso un impegno serio, e questo è un dato significativo.
L’Italia sicuramente vanta un sistema normativo anche abbastanza all’avanguardia,
sotto alcuni aspetti, però poi bisogna vedere. Questo sarà evidente in rapporto alla
raccolta di eventuali dati che verranno realizzati e quanto poi le condizioni di vita
delle persone con disabilità rispondano a quelle che sono i dettami della Convenzione
Onu.
D. – In questa giornata 2012, ci sono delle iniziative particolari
da segnalare?
R. – Io credo che la giornata sui diritti delle persone
con disabilità debba essere ogni giorno. Sarebbe bene garantire un’attenzione costante
su tutti i territori ai diritti delle persone con disabilità. (fd)