Cattolici e politica: incontro a Roma con Riccardi e Ornaghi
Abbiamo bisogno di una nuova cultura politica, una cultura di sintesi. E’ l’opinione
del ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, che ieri sera è intervenuto a Roma
al dibattito “I cattolici in politica”. Un incontro che ha preso spunto dal libro
del sociologo Luca Diotallevi “L’ultima chance”. Il ministro per i Beni Culturali
Lorenzo Ornaghi ha invece richiamato le radici spirituali dell’agire politico. Il
servizio è di Alessandro Guarasci:
L’Italia
sta vivendo un momento di passaggio. Proprio per questo motivo il ministro alla Cooperazione,
Andrea Riccardi, guarda avanti:
“Guardo a un quadro
odierno troppo lacerato e penso che in questo momento noi dobbiamo ricostituire un
quadro di identità nazionale. Troppo si è bruciato. Dobbiamo ridire a noi, all’Europa,
chi siamo; dobbiamo faticare insieme per costruire questa cultura condivisa e un linguaggio
che la esprima”.
In platea tanti esponenti di associazioni di ispirazione
cristiana, ma anche tanti politici che sono passati per l’esperienza della Dc. E appunto
Riccardi dice di non credere che rinascerà la Dc, perché la storia non si riproduce.
Questo non toglie che serva un nuovo popolarismo:
“Sento crescere nel
Paese un cattolicesimo responsabile e pensante che ha voglia di parlare della cosa
pubblica e dell’Italia e sento che può essere e che è una componente importante della
cultura nazionale e che è uno stimolo, è una spinta a una ripresa della politica e
dell’identità nazionale”.
Il ministro per i Beni Culturali, Lorenzo
Ornaghi aggiunge come i cattolici in politica debbano tenere conto delle
loro radici spirituali. D’altronde, c’è un vuoto nelle istituzioni:
“La
mia personale opinione è che l’elaborazione politica dei cattolici, oggi, dovrebbe
toccare soprattutto il tema dell’impasse, potremmo dire lo stallo della democrazia
o anche la situazione di stagnazione della democrazia, che è della nostra democrazia
ma che è dei regimi democratici di pressoché tutto l’Occidente”.
Più
netto il sociologo Luca Diotallevi, che difende le ragioni del bipolarismo e chiede
un maggiore attivismo del laicato in politica.