Somalia: continuano le operazioni della Caritas a sostegno della popolazione
“Al momento nessuna operazione della Caritas è stata colpita dalla decisione degli
Shabab di chiudere le attività di diverse organizzazioni umanitarie nelle aree della
Somalia da loro controllate”. E’ quanto riferisce all’Agenzia Fides Suzanna Tkalec,
responsabile di Caritas Somalia. “La nostra unica preoccupazione è di aiutare le popolazioni
colpite dalla carestia”. “Per questo motivo la Caritas e i suoi partner locali e stranieri
hanno deciso di operare nella discrezione totale, non rilasciando informazioni dettagliate
sulle loro attività sul terreno somalo”. A fine novembre, gli Shabab hanno imposto
la chiusura di 16 tra ong e agenzie umanitarie delle Nazioni Unite accusate di attività
illegali in Somalia. “Ogni organizzazione operante in attività ritenute nocive per
la creazione di uno Stato islamico, o impegnata in attività diverse da quelle ufficialmente
dichiarate, sarà immediatamente bandita, senza preavviso", si legge in una nota diffusa
dagli Shabab. Gli integralisti islamici devono far fronte all’offensiva militare lanciata,
da alcune settimane, nel sud della Somalia dalle forze armate del Kenya, mentre hanno
dovuto cedere il controllo della capitale Mogadiscio alle truppe della missione africana
che appoggia il governo di transizione. Questo – riferiscono fonti locali –
non impedisce agli Shabab di compiere sanguinosi attentati in città come quello che
mirava ad uccidere il comandante dell’esercito somalo, compiuto da un attentatore
suicida il 30 novembre. Per quanto riguarda la situazione a Dadaab, località keniana
dove si trova un’alta concentrazione di rifugiati somali, la rappresentante di Caritas
Somalia esprime l’auspicio che “le condizioni di sicurezza siano ristabilite”. Auspica
anche che sia permesso alla Caritas di “fornire un’assistenza più ampia alle persone
ospitate nei campi”. “Oltre tutto – conclude – le piogge insistenti
rendono ancora più complicata la situazione”. (A.L.)