2011-12-01 15:48:42

Myanmar, l’arcivescovo di Yangon: subito una tregua, poi un piano di riconciliazione


“Al Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, in visita in Myanmar, chiediamo che inviti il governo a ordinare subito un cessate il fuoco, nel conflitto con il Kachin Independent Army; poi a liberare in modo incondizionato oltre 1.600 prigionieri politici”: è quanto dichiara all’Agenzia Fides mons. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon e segretario generale della Conferenza Episcopale del Myanmar, esprimendo gli auspici della Chiesa birmana per il futuro del Paese. L’acivescovo riprende le parole di Papa Pio XII e dice: “Tutto è perduto con la guerra, ma con la pace c’è tutto da guadagnare”. La Chiesa birmana ricorda la piaga del conflitto con le minoranze etniche che attraversa la nazione. Mons. Charles Maung Bo sottolinea, in particolare, che il governo “sta cercando di avviare contatti politici con tutti i gruppi, anche se attualmente si combatte nell’area kachin”. Il timore – ricorda l’agenzia Fides - è che “i diversi conflitti possano risvegliarsi”; dunque “è tempo che il governo promuova con prontezza il dialogo e un serio negoziato”, riconoscendo diritti ed esigenze delle diverse comunità etniche e rilanciando con forza “un piano globale di riconciliazione nazionale”. Un dialogo che, fa notare l’arcivescovo, “è necessario riannodare anche con l'Unione Europea, i Paesi asiatici, la comunità e le istituzioni internazionali”. “E’ necessario, soprattutto, mantenere rapporti di amicizia con i Paesi vicini, ma senza lasciare che vicini potenti, come la Cina, possano pensare di estendere il loro dominio sulla nostra nazione”. (A.L.)







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