Congresso mondiale di pastorale per gli studenti internazionali: intervista con mons.
Vegliò
Si apre oggi pomeriggio a Roma il terzo Congresso mondiale di Pastorale per gli studenti
internazionali. All’evento, in programma fino al 3 dicembre sul tema dell’incontro
con le culture, partecipano anche delegati ortodossi, anglicani ed evangelici. Il
Congresso è organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e
gli Itineranti. Ma quali sono le necessità e le difficoltà di una pastorale specifica
per gli studenti internazionali? Fabio Colagrande lo ha chiesto al responsabile
del dicastero, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò:
R. - Tra
le sfide emergenti vi è senz’altro quella di promuovere un atteggiamento di accoglienza,
di solidarietà e di accompagnamento verso i giovani, che si recano all’estero per
motivi di studio e di qualificazione professionale, sia per agevolare i primi passi
della loro permanenza nel nuovo ambiente, sia per promuovere una loro integrazione
serena e fruttuosa nella società che li ospita. Qui giocano un ruolo vitale soprattutto
le istituzioni accademiche e il personale che le gestisce, in vista di offrire ai
giovani le migliori opportunità di formazione integrale, non solo nell’acquisire nozioni
e competenze, ma anche nel consolidamento di valori e di orientamenti per la vita.
Le difficoltà, a volte, sorgono a partire dalla strutturazione dei programmi di studio,
che rischiano di essere esigenti al punto da impegnare tutto il tempo dei giovani
studenti e da impedire che possano instaurare serene relazioni di mutuo arricchimento
e di scambio: in effetti, mentre gli studenti stranieri apprendono la cultura locale,
potrebbe essere un grande vantaggio per altri studenti l’approccio al patrimonio di
valori e di cultura che ognuno porta con sé. Dal nostro punto di vista, poi, spesso
è difficile poter contare su un numero sufficiente di cappellani e di operatori pastorali,
che sappiano rispondere adeguatamente alle diverse esigenze dei ragazzi, soprattutto
umane e spirituali; esigenze di ascolto, sostegno e incoraggiamento.
D.
- Questo ambito della mobilità umana è particolarmente adatto per promuovere anche
il dialogo interculturale. Come pensate di promuovere questa dimensione e con quali
obiettivi?
R. - Tra gli obiettivi del nostro Convegno c’è, in effetti,
anche quello di mettere in luce la presenza multiculturale e multietnica di tanti
giovani studenti, raccomandando a tutte le agenzie educative che sono a contatto con
loro di essere attente a prepararli ad affrontare i mutamenti del mondo globalizzato
di oggi con sapiente criticità, non senza l’aiuto della fede e il conforto della rivelazione
cristiana, che ispira i giovani nella scoperta di ciò che conta e che porta autentica
realizzazione. Sono convinto che dobbiamo incoraggiare i giovani universitari a creare
ambienti di reciproco rispetto, di mutua valorizzazione e di dialogo, per dar vita
a società fondate sulla collaborazione e sulla solidarietà, sulla pace e sullo sviluppo
accessibile a tutti. Per questo la Chiesa vive la sua dimensione missionaria nell’accompagnare
la loro sete di conoscenza, aiutandoli a studiare, a scoprire e a far proprie le verità
sull’uomo e su Dio. Contiamo di promuovere la dimensione del dialogo interculturale
in due direzioni: anzitutto raccomandando che le Conferenze Episcopali delle varie
nazioni favoriscano una formazione adeguata dei cappellani e degli operatori pastorali;
poi, cercando di sollecitare le istituzioni educative di ispirazione cattolica ad
offrire programmi attenti a questo ambito, nel contesto ampio della formazione integrale
dei giovani universitari.
D. - Il vostro Congresso rifletterà anche
sul ruolo degli studenti internazionali come protagonisti della nuova evangelizzazione.
Con quali prospettive?
R. - Ogni studente universitario porta con sé
un patrimonio di conoscenze e di valori che appartiene al suo ambiente d’origine.
È opportuno, dunque, saper cogliere e valorizzare tutti gli elementi positivi di cui
ciascuno è portatore, vedendoli come opportunità perché l’annuncio evangelico possa
esservi depositato e, con l’aiuto di Dio, possa anche germogliare e crescere, fino
a scoprire e sperimentare la salvezza in Gesù Cristo, Signore e Salvatore.
D.
– Infine, chi parteciperà al Congresso?
R. - I partecipanti vengono
da diverse aree del mondo, specialmente da quei Paesi in cui è rilevante la presenza
di studenti esteri. Attualmente si contano circa tre milioni di studenti internazionali,
soprattutto negli atenei e nelle facoltà universitarie. Tale numero è in aumento e
si prevede che si raggiungeranno i 7 milioni nel 2025. Al nostro Congresso saranno
presenti circa 135 delegati da 36 nazioni: 14 dall’Europa, 8 dall’America, 4 dall’Asia,
7 dall’Africa e 3 dal Medio Oriente. Molti sono rappresentanti delle Commissioni Episcopali
per la Mobilità Umana e per la Pastorale Universitaria, ma vi sono anche membri di
istituti religiosi e di organizzazioni ecclesiali impegnate nell’attività di sostegno
al mondo universitario. Tra di loro ci sono anche circa trenta studenti universitari,
provenienti da varie nazioni.