Vescovi dell'America Centrale denunciano “violenza allarmante”
Corruzione e violenza preoccupano i vescovi del Centroamerica. “Tra popoli che amano
la verità e l’onestà e che hanno lottato per l’uguaglianza e la libertà, paradossalmente
persistono situazioni avverse come l’esclusione sociale delle maggioranze povere”.
Così i vescovi del Segretariato episcopale dell’America Centrale (Sedac), al termine
della loro Assemblea annuale tenuta a Valle de Angeles, nel sudovest dell’Honduras.
I religiosi, riporta l'agenzia Misna, hanno anche denunciato “la corruzione nella
società e nello Stato, la violazione delle leggi e delle istituzioni democratiche”
e la “violenza allarmante” che colpisce la regione. Nella nota letta da mons. José
Luís Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador, i presuli rilevano che la violenza
e le violazioni dei diritti umani “rompono l’armonia sociale, contribuiscono alla
crescita della povertà e provocano la dolorosa migrazione forzata di molti centroamericani”.
Anche la famiglia, aggiungono, “è minacciata da ideologie, leggi e situazioni d’insicurezza
economica che non la favoriscono”. Secondo il IV Rapporto sullo stato della regione,
il 47% dei centroamericani vive sotto la soglia di povertà e il 18,6% in condizioni
di povertà estrema; un bambino su tre soffre di malnutrizione cronica. Il Centroamerica
è una delle regioni più violente del mondo e più legate al narcotraffico: negli ultimi
11 anni, gli omicidi accertati sono stati 145 mila, 34 morti violente ogni 100 mila
abitanti, un tasso tra i più alti del pianeta. (G.C.)