Nuova Carta degli operatori sanitari: tra i referenti anche i politici chiamati a
gestire le risorse finanziarie
La Carta degli operatori sanitari, elaborata dalla Santa Sede, sarà rinnovata alla
luce dei progressi delle scienze mediche e dei pronunciamenti magisteriali. Il testo
pubblicato nel 1994 dal Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, delinea le
direttive della Chiesa incentrate sul valore fondamentale della vita di ogni essere
umano dal concepimento fino al suo termine naturale. Roberta Gisotti ha intervistato
padreAugusto Chendi, sottosegretario del dicastero vaticano:
R. – Si è
ritenuto opportuno integrare questi contenuti che già erano offerti in modo sistematico
nella Carta del 1994, con una nuova redazione che è in fase di avanzati lavori, e
quindi riteniamo che entro un anno riusciremo – dopo tutte le autorizzazioni previste
per questi documenti ufficiali della Santa Sede – a pubblicarla e a tradurla in tutte
le lingue, come è l’attuale Carta del 1994.
D. – Si può avere qualche
anticipazione, quantomeno sui punti che sono oggetto di revisione o di integrazione?
R. – Basti pensare, a questo proposito, che non era stato previsto,
nella Carta del ’94, il Magistero di Giovanni paolo II in merito all’“Evangelium Vitae”,
con tutto il problema dell’impegno dei cattolici in politica. Noi sappiamo, infatti,
che oggi tra i problemi più urgenti c’è anche la giustizia nell’allocazione delle
risorse finanziarie in ossequio del bene comune e della giustizia sociale, secondo
i due principi della solidarietà e della sussidiarietà. Pensiamo ai problemi del fine
vita e alle risposte che nel 2007 la Congregazione per la Dottrina della fede ha dato
in merito all’alimentazione e all’idratazione. Pensiamo, da ultimo, all’Istruzione
“Dignitas Personae” che tratta di alcune questioni fondamentali, soprattutto nell’applicazione
delle biotecnologie all’inizio della vita: cellule staminali, riduzione embrionale
… ecco, questi grandi problemi non erano presenti nella Carta del ’94 e quindi è opportuna,
anzi necessaria un’integrazione in questa nuova Carta.
D. – Chi sta
lavorando a questa revisione?
R. – Il Pontificio Consiglio per gli operatori
sanitari, in accordo con medici e specialisti di diversi settori e moralisti, teologi
… E’ un lavoro di comune accordo e di sintonia reciproca tra i vari Dicasteri competenti,
non ultima anche la Congregazione per la Dottrina della fede.
D. – Chi
sono i referenti di questa Carta? A chi è rivolta? Ci sono nuovi soggetti?
R.
– Al di là degli operatori sanitari, i nuovi referenti sono – a mio avviso – i politici.
Appunto perché – come abbiamo sentito anche recentemente, nel viaggio di Benedetto
XVI in Africa – la giustizia sociale, l’allocazione secondo giustizia delle risorse
finanziarie è un problema emergente, soprattutto laddove nel Vecchio Continente i
problemi finanziari incominciano ad incidere anche sulla gestione del bene comune
nei servizi essenziali nei Paesi chiamati ‘più ricchi’. (gf)