Il Rapporto di Amnesty sulle violazioni dei diritti umani dei rom a Milano, Roma e
Napoli
Un Rapporto che descrive le violazioni dei diritti umani subite dalle comunità rom
in tre metropoli italiane. E’ quello presentato questa mattina, nel capoluogo lombardo,
da Amnesty International.Tra le denunce anche quelladegli sgomberi
forzati, eseguiti a centinaiaa Milano negli ultimi anni, anche in vista dell’Expo
2015. Il servizio di Fabio Brenna:
“Per i
rom è tempo di diritti e non più di discriminazioni”: lo chiede Amnesty International,
che ha studiato gli effetti della proclamata emergenza nomadi nelle tre aree urbane
di Milano, Roma e Napoli. Il Consiglio di Stato italiano ha da poco dichiarato illegittimo
il provvedimento preso nel maggio 2008 dal governo italiano, che ha sottoposto donne,
uomini e bambini, per la sola appartenenza ad una differente etnia, a gravi violazioni
del diritto internazionale, riconosciuto anche dall’Italia in tema di istruzione per
i minori, di salute e di avere un alloggio dignitoso. Valentina Vitali,
che ha curato il Rapporto “Tolleranza Zero per i Rom”:
“L’Italia ha
firmato e ratificato dei Trattati che le prevedono. Quindi noi chiediamo che ci sia
una consultazione preventiva, che ci sia una notifica che lo ricordi e - chiaramente
- che ci sia la predisposizione di soluzioni abitative alternative. E’ inaccettabile
che le autorità consapevolmente rendano di fatto le persone senza tetto e parliamo
anche di persone anziane, parliamo di bambini, parliamo di gente come noi che da un
giorno all’altro non ha più la casa”.
A Milano, la passata amministrazione
comunale si era vantata di aver effettuato più di 500 sgombri, pratica che Amnesty
chiede all’attuale giunta di fermare, perché teme altre campagne persecutorie in nome
di Expo 2015. Amnesty, infine, chiede al governo italiano di riparare alle gravi violazioni
del diritto, mettendo a disposizione i fondi anche europei per politiche di integrazione
e minaccia il ricorso agli organi di giustizia europei:
“Noi quello
che vogliamo fare è presentare il nostro Rapporto alla Commissione europea perché
lo utilizzi come base per far partire una procedura di infrazione per violazione del
diritto comunitario, perché riteniamo che l’Italia abbia violato la direttiva europea
sulla discriminazione”.