2011-11-29 15:32:05

Appello del Wcc in vista della Conferenza di Durban sul clima


È l’«ultima possibilità» per dare speranza alle sorti del pianeta e a quella di tante popolazioni che pagano sulla propria pelle le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici. La diciasettesima Conference of Parties (Cop 17) promossa dalle Nazioni Unite a Durban, in Sud Africa, dal 28 novembre al 9 dicembre prossimi, rappresenta l’ultimo treno utile per agire in modo responsabile in favore della giustizia e del rispetto dell’ambiente. Ne sono convinte le Chiese e le comunità che aderiscono al World Council of Church (Wcc) che tramite il segretario generale Olav Fykse Tveit, sollecitano i governi ad affrontare finalmente in modo decisivo e con provvedimenti efficaci la questione dei cambiamenti climatici. Un tema urgente, non più rinviabile e che, viene sottolineato, è anche sintomo di una «crisi morale e spirituale». Sin dai primi anni Settanta del secolo scorso, ricorda Fykse Tveit, «il Wcc ha sempre sostenuto la costruzione di comunità ecologicamente sostenibili. Ciò è oggi ancora più attuale, in quanto è diventato indispensabile costruire un futuro fatto di basse emissioni inquinanti». E questo è anche «un obbligo per migliorare le generali condizioni di vita attraverso l’utilizzo di fonti di energia sostenibile». Alcuni Paesi del Nord e del Sud, in Oriente come in Occidente, «hanno già iniziato a sviluppare programmi ambiziosi in questo senso». E la grande mobilitazione di gruppi e organizzazioni sociali registrata attorno alle problematiche dei mutamenti climatici dimostra che «molte persone sono pronte ed entusiaste» di adottare le necessarie misure per salvare il pianeta. Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese cita a esempio l’esperienza potuta toccare con mano, nel settembre scorso a Samoa, in occasione del 50° anniversario della Pacific Conference of Churches, dove è «apparso chiaro che questa parte del mondo è minacciata dall’innalzamento delle acque dell’oceano, conseguenza del cambiamento climatico globale. E che le Chiese della regione sono già pronte a rispondere a questa sfida».
Analogamente, solo poche settimane fa, la comunità membro del Wcc dell’isola polinesiana di Tuvalu ha lanciato l’allarme per la mancanza di acqua dolce. Ora pertanto è necessario uno scatto di reni: «A livello internazionale è evidente la necessità di una legge o di alcune leggi per affrontare efficacemente il cambiamento climatico». Le ultime precedenti conferenze internazionali sul clima, quella di Copenaghen, nel 2009, e quella di Cancùn, nel 2010, non hanno prodotto risultati apprezzabili. Per questo motivo quella in programma nei prossimi giorni a Durban rischia di diventare «l’ultima opportunità» che la comunità internazionale ha in serbo per affrontare in modo «responsabile» il cambiamento climatico. Attraverso, soprattutto, l’applicazione di un secondo periodo d’impegni del Protocollo di Kyoto e l’adozione di misure previste dal Green Climate Fund in difesa delle aree più vulnerabili. (L’Osservatore Romano)







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