Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Intervista con il cardinale Antonelli
Il Pontificio Consiglio per la Famiglia apre domani mattina la sua assemblea plenaria
a Roma: i lavori, che dureranno fino al primo dicembre, si svolgono a 30 anni dall'Esortazione
apostolica di Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” e dalla nascita dello stesso
dicastero. Durante la plenaria si farà anche il punto sul settimo Incontro Mondiale
delle Famiglie che si terrà a Milano l'anno prossimo dal 30 maggio al 3 giugno. Con
il suo celebre invito “Famiglia diventa ciò che sei”, la "Familiaris Consortio" rimane
un ‘manifesto’ sul ruolo della famiglia nella Chiesa e nella società contemporanea.
Su questi temi e sulla originalità di questo documento, ascoltiamo il cardinale
Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, al microfono
di Pietro Cocco:
R. - L’originalità
si riscontra in molti aspetti, c’è una messa a fuoco sia sul piano dottrinale sia
soprattutto sul piano pastorale di molti elementi. Sul piano dottrinale mi preme ricordare
soprattutto la persuasione che la famiglia sia un’immagine particolarmente significativa,
particolarmente espressiva, di Dio stesso, della Trinità, e che una famiglia umanamente
riuscita, e ancor più la famiglia cristiana, sono una partecipazione alla vita di
Dio. Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, una comunione “perfettissima” di persone.
Allora la vocazione della famiglia umana è quella di vivere l’amore dono, di vivere
l’amore comunione, e quindi di diventare un’immagine di Dio sulla Terra, una rivelazione
di Dio sulla Terra. E questo è già di tutte le famiglie, poi ovviamente il sacramento
del matrimonio, il sacramento della nuova alleanza, lo ha perfezionato.
D.
- Lei giustamente fa riferimento alla dimensione umana della famiglia e di come questa
possa esprimere una realizzazione piena di un uomo e di una donna. Oggi, tuttavia,
il modello familiare è percepito invece come un’idea della Chiesa, quasi che sia soltanto
un modello religioso…
R. - Tutti percepiscono in qualche modo che non
è bene essere soli, no? Che la solitudine è un grande male e fonte di mali, però poi
si tratta di vedere quale sia la natura vera della famiglia e di non equipararla ad
altre forme di amicizia o di convivenza. La famiglia che la Chiesa propone è l’unione
stabile di un uomo e di una donna aperti alla nuova vita, aperti ai figli. Questo
tipo di famiglia è quello, in fondo, presente non solo nel cristianesimo, ma in tutte
le culture.
D. - Questi 30 anni dalla Familiaris Consortio mostrano
un modello familiare che è andato in crisi sia sul versante laico, ma anche all’interno
della comunità cristiana. Come sacerdote e vescovo, lei cardinale Antonelli, avrà
ascoltato tante coppie. Ritiene che sia fallita la proposta, che sia un modello impraticabile
quello di promettersi una vita insieme per tutta la vita?
R. - No, bisogna
appunto promuovere innanzitutto delle famiglie esemplari, perché vedendo nuclei di
famiglie esemplari in ogni parrocchia, nei movimenti, nelle associazioni, le persone
vedano che il matrimonio proposto dalla Chiesa, il matrimonio cristiano, è un matrimonio
bello, è una vita bella, che dà gioia - certo unita a sacrifici, perché niente di
bello si ottiene senza sacrifici - e che di per sé dà grande felicità. E’ bello, è
possibile, realizzabile.
D. - Per la Familiaris Consortio l'azione della
famiglia non va chiusa nel privato, sottolinea l'importanza dell’associazionismo familiare
ed il ruolo che può svolgere all’interno della società…
R. - Una cosa
fondamentale è che le famiglie s’incontrino tra di loro, si scambino esperienze, costituiscano
delle reti di amicizia, di spiritualità, di aiuto reciproco concreto, anche di convivialità,
e di allegria. E’ importante che si faccia esperienza concreta, non solo della famiglia,
ma di una 'famiglia di famiglie', insieme. Poi ci sono delle associazioni, che a volte
sono le stesse e a volte sono distinte, d’impegno civile, per la promozione dei diritti
della famiglia nella società civile. Queste associazioni sono necessarie e la pastorale
ordinaria della Chiesa dovrebbe motivare l’adesione ad esse, proprio perché i diritti
della famiglia si difendono se si è uniti, se si è insieme. (ap)