2011-11-28 14:54:58

Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Intervista con il cardinale Antonelli


Il Pontificio Consiglio per la Famiglia apre domani mattina la sua assemblea plenaria a Roma: i lavori, che dureranno fino al primo dicembre, si svolgono a 30 anni dall'Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II “Familiaris Consortio” e dalla nascita dello stesso dicastero. Durante la plenaria si farà anche il punto sul settimo Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Milano l'anno prossimo dal 30 maggio al 3 giugno. Con il suo celebre invito “Famiglia diventa ciò che sei”, la "Familiaris Consortio" rimane un ‘manifesto’ sul ruolo della famiglia nella Chiesa e nella società contemporanea. Su questi temi e sulla originalità di questo documento, ascoltiamo il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, al microfono di Pietro Cocco:RealAudioMP3

R. - L’originalità si riscontra in molti aspetti, c’è una messa a fuoco sia sul piano dottrinale sia soprattutto sul piano pastorale di molti elementi. Sul piano dottrinale mi preme ricordare soprattutto la persuasione che la famiglia sia un’immagine particolarmente significativa, particolarmente espressiva, di Dio stesso, della Trinità, e che una famiglia umanamente riuscita, e ancor più la famiglia cristiana, sono una partecipazione alla vita di Dio. Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo, una comunione “perfettissima” di persone. Allora la vocazione della famiglia umana è quella di vivere l’amore dono, di vivere l’amore comunione, e quindi di diventare un’immagine di Dio sulla Terra, una rivelazione di Dio sulla Terra. E questo è già di tutte le famiglie, poi ovviamente il sacramento del matrimonio, il sacramento della nuova alleanza, lo ha perfezionato.

D. - Lei giustamente fa riferimento alla dimensione umana della famiglia e di come questa possa esprimere una realizzazione piena di un uomo e di una donna. Oggi, tuttavia, il modello familiare è percepito invece come un’idea della Chiesa, quasi che sia soltanto un modello religioso…

R. - Tutti percepiscono in qualche modo che non è bene essere soli, no? Che la solitudine è un grande male e fonte di mali, però poi si tratta di vedere quale sia la natura vera della famiglia e di non equipararla ad altre forme di amicizia o di convivenza. La famiglia che la Chiesa propone è l’unione stabile di un uomo e di una donna aperti alla nuova vita, aperti ai figli. Questo tipo di famiglia è quello, in fondo, presente non solo nel cristianesimo, ma in tutte le culture.

D. - Questi 30 anni dalla Familiaris Consortio mostrano un modello familiare che è andato in crisi sia sul versante laico, ma anche all’interno della comunità cristiana. Come sacerdote e vescovo, lei cardinale Antonelli, avrà ascoltato tante coppie. Ritiene che sia fallita la proposta, che sia un modello impraticabile quello di promettersi una vita insieme per tutta la vita?

R. - No, bisogna appunto promuovere innanzitutto delle famiglie esemplari, perché vedendo nuclei di famiglie esemplari in ogni parrocchia, nei movimenti, nelle associazioni, le persone vedano che il matrimonio proposto dalla Chiesa, il matrimonio cristiano, è un matrimonio bello, è una vita bella, che dà gioia - certo unita a sacrifici, perché niente di bello si ottiene senza sacrifici - e che di per sé dà grande felicità. E’ bello, è possibile, realizzabile.

D. - Per la Familiaris Consortio l'azione della famiglia non va chiusa nel privato, sottolinea l'importanza dell’associazionismo familiare ed il ruolo che può svolgere all’interno della società…

R. - Una cosa fondamentale è che le famiglie s’incontrino tra di loro, si scambino esperienze, costituiscano delle reti di amicizia, di spiritualità, di aiuto reciproco concreto, anche di convivialità, e di allegria. E’ importante che si faccia esperienza concreta, non solo della famiglia, ma di una 'famiglia di famiglie', insieme. Poi ci sono delle associazioni, che a volte sono le stesse e a volte sono distinte, d’impegno civile, per la promozione dei diritti della famiglia nella società civile. Queste associazioni sono necessarie e la pastorale ordinaria della Chiesa dovrebbe motivare l’adesione ad esse, proprio perché i diritti della famiglia si difendono se si è uniti, se si è insieme. (ap)







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