In Sudafrica da ieri vertice mondiale Onu sui cambiamenti climatici
Al via ieri a Durban, in Sud Africa, il 17° vertice Onu sui cambiamenti climatici,
alla presenza di oltre 200 le delegazioni internazionali. E già si segnalano le prime
divisioni sul protocollo di Kyoto; divisioni che fanno temere un fallimento, anche
se cresce la consapevolezza che le elevate concentrazioni di gas serra insieme al
numero crescente di persone colpite, direttamente o indirettamente, dai cambiamenti
climatici, spinge a cercare un accordo. Sentiamo Salvatore Sabatino:
Un summit
importantissimo, dunque, quello di Durban, cui parteciperà anche una delegazione della
Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, che oggi a Roma ha organizzato
l’incontro dal titolo: “Cambiare il sistema, non il clima”. Tra i relatori, anche
Valerio Rossi Albertini, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, al quale Salvatore
Sabatino ha chiesto quale può essere il ruolo della scienza per invertire il trend
dei cambiamenti climatici.
R. – Come
rappresentante del Cnr, in tutte le sedi faccio presente che noi, già adesso, potremmo
avere una sostanziale diminuzione dei costi di produzione delle energie rinnovabili,
se solo utilizzassimo i brevetti che già abbiamo sviluppato nei nostri laboratori.
Quindi, non solo è indispensabile per evitare i disastri che - lo stiamo vedendo -
si stanno compiendo in tutto il pianeta e adesso ci toccano anche da vicino, ma è
assolutamente fattibile.
D. – Questo è fattibile ancor di più qui,
in Italia, perché l’Italia ha una storia importante dal punto di vista scientifico
su questo fronte …
R. – Assolutamente sì. Noi siamo figli della stessa
storia e abbiamo sempre avuto una vocazione allo sviluppo tecnologico nell’ambito
energetico. In questo momento siamo all’avanguardia, nonostante gli scriteriati tagli
ai finanziamenti per la ricerca, e siamo allo stesso livello di Paesi che invece sono
finanziati molto più generosamente: gli Stati Uniti, il Giappone, la Francia e la
Germania. Questo non durerà ancora a lungo, purtroppo. Allora, siccome anche la Cina
si sta sviluppando, seppure in maniera caotica e tumultuosa, noi abbiamo ancora cinque
o dieci anni di margine di vantaggio rispetto alla nostra controparte orientale: in
questi anni dovremmo capitalizzare le nostre capacità.
D. – In questo
momento di grave crisi economica, l’asse politico ed economico si è spostato verso
Oriente. La Cina ovviamente gioca un ruolo davvero molto importante e, come diceva
lei, Pechino si sta svegliando sul fronte della “Green Economy”. Perché l’Europa non
riesce a seguirla?
R. – È soltanto una questione di scelte politiche:
noi versiamo in una gravissima crisi, ce lo ripetono quotidianamente, ma oltre a fare
questa diagnosi dovremmo anche capire quale possa essere la terapia. Non so se sia
l’unica maniera, ma sicuramente sarebbe una delle possibilità per uscire da queste
crisi, e cioè l’investimento massiccio in un campo come quello delle rinnovabili che
è destinato fatalmente a svilupparsi nel prossimo futuro. Quindi, quello che io dico
con una metafora è che nel caso ci si trovi davanti ad un baratro, ad un crepaccio,
rallentare significherebbe caderci dentro: noi dovremmo prendere uno slancio e saltare
dall’altra parte.
D. – Lei rappresenterà il Cnr a Durban in Sud Africa,
qual è la posizione del suo istituto? E l’Italia come si presenta a questo vertice?
R.
– Non c’è una posizione ufficiale del Cnr, perché il Cnr ha soltanto una funzione
tecnica e non politica; va più che altro come osservatore, va a dare il proprio contributo
nella sezione prettamente tecnologica e scientifica. Come rappresentanti dell’Italia,
noi ci presentiamo in ordine un po’ sparso, purtroppo; non c’è un vero coordinamento.
Sarebbe stato opportuno, ad esempio, che i ministri preposti a queste funzioni avessero
indicato dei rappresentanti italiani che andassero in tutte le sezioni che si svolgeranno
anche parallelamente e invece così, andando alla spicciolata – purtroppo, io dico
– non saremmo in grado di essere presenti in tutte le sedi, recepire le istanze e
fare proposte; cosa che, invece, sarebbe quanto mai opportuna. (fd)