2011-11-28 15:19:11

Elezioni nella Repubblica Democratica del Congo


Seggi aperti oggi nella Repubblica Democratica del Congo per le elezioni legislative e presidenziali. 32 milioni gli aventi diritto chiamati al voto, in circa 64 mila centri elettorali sparsi su tutto il territorio nazionale. La campagna elettorale si è chiusa in un crescendo di violenze e tensione. Nei giorni scorsi, i sostenitori del presidente uscente Kabila, dato per favorito, e di Tshisekedi, principale esponente dell’esposizione, si sono affrontati nelle piazze a colpi di pietre e armi da fuoco, provocando almeno 3 morti. Si teme che l’annuncio dei risultati possa portare ad una recrudescenza delle violenze come conferma, al microfono di Eugenio Bonanata, il giornalista Michele Luppi, esperto di Africa:RealAudioMP3

R. - Da questo punto di vista, è importante notare come la commissione elettorale centrale abbia vietato anche in una maniera abbastanza dura, ai giornali e ai media, di pubblicare indiscrezioni e possibili risultati dell’esito delle elezioni prima delle comunicazioni ufficiali. Questa è una presa di posizione molto forte che, da parte dei partiti di opposizione, fa gridare un po’ alla volontà di poter coprire quelli che loro identificano come dei possibili brogli che potrebbero esserci. Ma, dall’altra parte, dà un po’ anche il senso di quello che è un clima di tensione che realmente c’è nel Paese.

D. – Quali sono le priorità per il Paese?

R. - Non si può negare che siano stati fatti alcuni passi in avanti in questi anni. E’ però un Paese che ancora ha bisogno da un lato di essere, di strutturarsi, ha bisogno di infrastrutture ma c’è anche un bisogno di crescita di responsabilità della classe politica. Diciamo che in Congo, negli ultimi anni, è cresciuta molto una società civile che è viva, che è ricca, ma ci sono problemi economici e sociali molto forti; c’è una disparità tra pochi ricchi e il resto della popolazione e da questo punto di vista la politica in questi anni non è riuscita a dare le risposte che il popolo congolese si aspettava. (bf)

Ma quali sono stati i grandi temi della campagna elettorale e qual è l’offerta politica proposta dai candidati? Marco Guerra lo ha chiesto a Gianpaolo Musumeci, giornalista freelance che sta seguendo le operazioni di voto da Kinshasa: RealAudioMP3

R. - I programmi dei candidati sono tutti piuttosto evanescenti e molto fumosi. Quando scendono nei dettagli si parla di grandi infrastrutture, fondamentalmente quello che era il programma di Kabila, cioè le strade, la sanità pubblica, l’acqua, la sicurezza… Più che altro si va per slogan, c’è una forte demagogia. L’elettorato congolese non ha una forte coscienza politica e nemmeno civica. Questo sta un po’ svuotando la campagna elettorale di quelli che dovrebbero essere invece i contenuti forti. Sia i candidati alla presidenza, ma anche i 19.000 candidati all’assemblea nazionale per 500 posti, lavorano su una promozione emotiva più che di contenuto reale politico.

D. - Queste elezioni potranno dare una risposta all’annosa instabilità delle regioni orientali fra cui il Nord Kivu?

R. - È difficile dire se la rielezione di Kabila o di chi sarà al potere potrà risolvere il problema del Kivu. È un problema che va avanti da tantissimo tempo, da decenni: è il vero centro nevralgico della zona dei Grandi Laghi; è la vera polveriera. Sicuramente si può dire una cosa: senza una riforma dell’apparato burocratico, senza eliminare la corruzione, senza una riforma dell’esercito congolese e quindi un controllo reale serio e democratico del territorio, il Kivu rimarrà ancora una polveriera.(bi)







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