2011-11-27 15:24:30

Vigilia elettorale in Egitto, cova la tensione della piazza


Attesa una nuova giornata di manifestazioni in Egitto a meno di 24 ore dall’inizio del lungo processo elettorale che dovrà ridisegnare l’assetto politico e istituzionale del Paese. Il Consiglio supremo delle Forze armate ha fatto sapere di non voler accettare alcuna pressione dalla piazza, che aveva reclamato la formazione di un governo affidato all'ex direttore dell'Aiea, Mohamed El Baradei, e all'ex segretario generale della lega Araba, Amr Mussa. Intanto, si susseguono gli appelli internazionali. La Francia ha esortato i vertici militari a cedere il potere nelle mani dei civili, mentre la responsabile della politica estera dell'Ue, Catherine Ashton ha chiesto di fermare ogni violenza e il mantenimento dello Stato di diritto. In questo clima sarà possibile domani andare alle urne? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Luciano Ardesi, esperto di Nord Africa:RealAudioMP3

R. - Le elezioni si svolgeranno sicuramente, perché così ha deciso il Consiglio supremo delle forze armate. Bisogna vedere se non ci saranno reazioni di piazza o altre manifestazioni che potranno in qualche modo disturbare lo svolgimento di questa tornata che, peraltro, si prolunga per tre mesi. Quindi, l’intero processo elettorale dovrà essere tenuto sotto sorveglianza.

D. - In questo quadro, la posizione mutata dei Fratelli musulmani: come inquadrare il ruolo di quello che sarà forse il partito maggioranza relativa?

R. - L’alleanza democratica, dominata dai militanti della Fratellanza musulmana, si sta preparando al dopo elezioni. Chiaramente, cerca di posizionarsi in un sistema in cui c’è ancora grande incertezza. Da una parte, quindi, l’alleanza con i militari, dall’altra invece il fatto che non si siano presentati al tradizionale appuntamento del venerdì in piazza Tahrir significa una presa di distanza anche da eventuali manovre dei giovani che, in questi mesi, hanno tenuto viva la protesta e la tensione politica nel Paese. È peraltro ancora troppo presto per conoscere il vero peso di questa alleanza, perché il processo elettorale sarà molto lungo e solo alla sua conclusione sapremo quali sono gli equilibri.

D. – Hai la sensazione che la “primavera araba” in Egitto sia ancora estremamente viva, che non ci sia quella stabilizzazione, quella pacatezza d’animo per voltare pagina sull’Egitto di Mubarak?

R. – Sicuramente, la piazza ha tenuto viva la competizione politica, il dibattito politico, ed è stata un punto di riferimento costante, soprattutto un contraltare rispetto al Consiglio supremo delle forze armate che – con le ultime repressioni in ottobre contro i copti, e da una decina di giorni anche nella piazza – sembra voler prolungare il proprio potere anche oltre il desiderio della popolazione. Ci sarà però un passaggio fondamentale: quello, cioè, dell’elezione del parlamento. A questo punto, dovranno cercare in qualche modo di governare. E quello sarà il momento cruciale per la piazza: trovare, cioè, una propria collocazione nella costruzione del futuro del Paese. (bi)







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