2011-11-27 09:39:40

Filippine. La denuncia di un Gesuita: assenza dello stato di diritto a Mindanao


“Siamo preoccupati per le difficoltà che viviamo a Mindanao: soprattutto per l’assenza dello stato di diritto, per l’assenza di una leadership credibile, per la mancanza di investimenti adeguati nella promozione sociale e lo sviluppo”: lo dice in un colloquio con l’Agenzia Fides il padre gesuita Albert Alejo, direttore dell' Istituto per il Dialogo a Mindanao, nell’Università di Davao, e promotore di numerosi progetti nella società civile dell’isola. Mentre a Mindanao le comunità cristiane, quelle musulmane e i gruppi interreligiosi stanno preparando la “Settimana della Pace” (28 novembre – 4 dicembre), padre Alejo sottolinea che è il “vuoto politico” il primo male dell’isola: “Non c’è un’idea forte per il futuro di Mindanao. Non c’è un ufficio di coordinamento delle politiche centrale e locali, il ‘Regional Peace Order Council’ è fermo, senza un direttore. C’è un vuoto a livello politico, sociale e civile”. Tutto ciò, aggiunge, “rappresenta un grave problema perché su questo vuoto prosperano la criminalità e l’impunità”. Il governo di Benigno Aquino, nota il gesuita, “ha tagliato i finanziamenti per la Bishop Ulama Conference", la conferenza di Vescovi e leader islamici, organizzatrice della Settimana della Pace, promossa e sostenuta dal governo precedente. “Noi crediamo nel ruolo attivo che i leader religiosi hanno per la pace, oggi sembra che non contino più nulla”, afferma. Guardando alle situazioni di conflitto, prosegue padre Alejo, “i negoziati, sia con i gruppi guerriglieri islamici, sia con i ribelli comunisti sono fermi e non vi sono prospettive concrete di pace. La militarizzazione del territorio è forte, ma ci vorrebbe una riforma delle forze armate, di cui si parla da anni. Vi sono elementi corrotti anche nell’esercito”, mentre “si è sviluppata a Mindanao un’economia parallela del conflitto, fatta di traffico di armi e del business dei sequestri”. L’appello del religioso è quello di rilanciare “una politica del dialogo a tutti i livelli, con tutte le componenti della società di Mindanao, valorizzando attori come la società civile e i leader religiosi” e di promuovere, con ogni mezzo, “il servizio per il buon governo”, sradicando la corruzione e formando leader di spessore civile e morale.







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