2011-11-26 15:27:30

In Egitto ancora violenza: proteste contro il nuovo premier indicato dai militari


Il capo della diplomazia dell'Ue, Ashton, chiede che cessino le violenze in Egitto. Stamani, un manifestante è morto durante scontri con la polizia. Si protesta contro la nomina del nuovo premier, Kamal Ganzouri, decisa dal Consiglio supremo delle forze armate ieri. Ganzuri è un ex premier e ex ministro di governi del passato. La sua nomina viene contestata, anche se ha subito cercato di rassicurare tutti che non sarà alle dipendenze dei militari. Resta il fatto che la tensione è alta in Egitto a due giorni dalle elezioni presidenziali, confermate per lunedì 28. Tra l’altro, Reporter senza frontiere chiede ai media di non inviare giornaliste, dopo i diversi e gravissimi episodi di violenza sessuale perpetrati contro professioniste di emittenti internazionali. Il servizio di Giovanni Cossu:RealAudioMP3

La nomina del nuovo primo ministro egiziano da parte del Consiglio militare non ha avuto l’effetto sperato di calmare i manifestanti. Negli scontri davanti al Consiglio dei ministri egiziano, una persona è morta colpita da un proiettile durante la carica della polizia e un’altra è deceduta dopo essere stata investita da un mezzo delle forze dell’ordine. Già ieri migliaia di persone si erano ritrovate in Piazza Tahrir per esprimere il loro "no" a Ganzouri. Il nuovo premier - nonostante sia considerato da tempo fuori dai giochi di potere - per tre anni ha guidato l’esecutivo durante l’era Mubarak. In seguito a queste violenze, oggi il capo della diplomazia dell'Ue, Catherine Ashton, è intervenuta per chiederne la fine. Ma la situazione in Egitto è drammatica anche per i giornalisti, in particolare le donne. Infatti, dall’inizio della rivoluzione egiziana si sono verificate una serie di violenze e di aggressioni sessuali a danno di croniste. Lo denuncia Reporter senza frontiere, che invita tutti i mezzi d'informazione internazionali a non inviare giornaliste in Egitto. L'ultimo caso è avvenuto giovedì scorso: una reporter della tv francese France 3, Caroline Sinz, è stata aggredita nella capitale e violentata da un gruppo di uomini nei pressi della piazza Tahrir, in pieno giorno. In precedenza, erano state aggredite una giornalista statunitense e l'editorialista americano-egiziana, Mona al-Tahawy, che ha denunciato violenze sessuali da parte di poliziotti dopo essere stata arrestata durante le proteste.

Nuove violenze in Siria
All’indomani dell’ultimatum della Lega Araba alla Siria, scaduto senza la decisione delle sanzioni minacciate, nel Paese non cessa la violenza. Dieci tra militari governativi e membri delle forze di sicurezza fedeli al presidente Bashar al Assad sono stati uccisi nelle ultime ore in Siria, per mano di soldati disertori, nella regione orientale di Dayr az Zor. Nelle ultime settimane, si sono intensificati gli attacchi di disertori contro membri delle forze lealiste. Intanto, l’Onu ha lanciato un appello alla comunità internazionale per l’invio di aiuti ma al momento ha escluso la possibilità di creare corridoi umanitari.

Libia. Berberi in piazza a Tripoli: protestano per l'esclusione dal governo
Decine di Berberi libici (Amazigh) sono scesi in piazza ieri a Tripoli per protestare contro la loro esclusione dal nuovo governo. Chiedono inoltre il riconoscimento ufficiale della loro lingua e della loro identità. I berberi costituiscono circa il 10% dei sei milioni di libici. La loro lingua era stata proibita dal colonnello Gheddafi. Sempre ieri, il presidente del Consiglio transitorio libico (Cnt), Mustafa Abdel Jalil, in visita a Khartoum, ha ringraziato il Sudan per le armi e le munizioni inviate attraverso il deserto ai ribelli libici.

Il nuovo presidente tunisino deciderà su estradizione dell'ex premier di Gheddafi
La Corte di appello di Tunisi si è pronunciata in favore della richiesta di estradizione in Libia di Baghdadi al-Mahmoudi, ex primo ministro di Gheddafi. Resta da ottenere però il beneplacito del presidente della Repubblica: l'attuale capo di Stato, Foued Mebazaa, si era opposto. Spetterà ora al suo successore, che sarà nominato a giorni, decidere se firmare l'atto. Al momento, l'ex premier è detenuto in Tunisia perché accusato di esservi entrato illegalmente.

Il Nyt lancia l’allarme: molte Banche si preparano al crollo dell'euro
Secondo il New York Times, molte banche al mondo si preparano a quello che, fino a poco fa, sembrava impensabile: la disintegrazione dell'area euro. Secondo il quotidiano statunitense, Istituti di credito quali Merrill Lynch, Barclays Capital e Nomura hanno pubblicato decine di rapporti in settimana nei quali esaminano la possibilità di una disintegrazione dell'area euro. Il quotidiano sottolinea anche che invece “le banche in Francia e in Italia non stanno mettendo a punto piani di emergenza perchè hanno concluso che una disintegrazione dell'area euro è impossibile”. Secondo un sondaggio di Barclays Capital, su mille clienti la metà ritiene che almeno un Paese lascerà l'area euro, il 35% ritiene che sarà solo la Grecia e uno su 20 ritiene che tutti i Paesi della periferia dell'Europa usciranno il prossimo anno.

Belgio, accordo sul bilancio: il re chiede a Di Rupo di formare governo
Dopo che i negoziatori hanno trovato l'accordo sul budget, dando il via libera alla formazione di un governo, il re ha incaricato Elio Di Rupo, leader socialista, di formare un governo “il prima possibile”. È quanto comunica il palazzo reale in una nota. I negoziatori hanno lavorato tutta la notte, messi sotto pressione dal downgrade di Standard & Poor's. Il premier uscente, Yves Leterme, aveva fatto ieri appello per un accordo prima di lunedì.

Scontri a Kinshasa in vista delle elezioni
La polizia antisommossa è intervenuta con il gas lacrimogeno per sedare a Kinshasa gli scontri tra centinaia di dimostranti di opposte fazioni, a due giorni dalle elezioni presidenziali e legislative nel Paese. Gli scontri tra i gruppi rivali sembra abbiano provocato almeno un morto. Nelle prossime ore, il presidente Joseph Kabila e i suoi due principali rivali, Etienne Tshisekedi e Vital Kamerhe, concluderanno la campagna elettorale in comizi che si terranno a poca distanza uno dall'altro. Il servizio da Bukavu di Marina Piccone:RealAudioMP3

Chi vincerà, ancora non è chiaro. Ma nel caso di una sconfitta di Kabila, si temono reazioni violente. La campagna elettorale è già stata segnata da numerose violazioni dei diritti umani: manifestazioni dell’opposizione duramente represse, incitamento alla violenza, arresti di oppositori, bande armate prezzolate. Ci sono stati feriti e persino morti, il tutto in un clima di impunità. Anche una vittoria di Kabila, tuttavia, potrebbe provocare un’ondata di proteste basate sull’accusa di brogli elettorali. La situazione è molto tesa, soprattutto nell’est, dove ancora persistono gruppi armati e milizie. Da questo punto di vista, corrono voci secondo cui il potere starebbe già organizzandosi per soffocare sul nascere qualsiasi tentativo di resistenza armata all’est. C’è di che allarmarsi. Nessuno osa fare previsioni. Intanto, per precauzione, le ambasciate di diversi Paesi hanno consigliato i propri connazionali di lasciare il Paese; alcune, come quella svedese, li hanno obbligati. In particolare, l’ambasciata italiana ha dato disposizioni agli italiani presenti a Bukavu di rifugiarsi – in caso di pericolo – nei centri dei missionari saveriani presenti nella città.

Giustizia e Sviluppo, partito islamico moderato, rivendica la vittoria in Marocco
Il partito islamico moderato Giustizia e Sviluppo (Pjd) del Marocco ha rivendicato nella notte un'ampia vittoria, oltre le previsioni, alle elezioni legislative di ieri, i cui risultati ufficiali sono attesi oggi. “Il nostro partito supera di gran lunga i suoi rivali nell'insieme del Paese”, ha detto Hassan Lamrani, portavoce della campagna elettorale del Pjd, mentre Lahcen Daodi, numero due del partito, alla Afp ha parlato di un “un maremoto in tutte le grandi città". Il presidente del Pjd, Abdelilah Benkirane, citato dai media svizzeri si è spinto a ipotizzare “tra i 90 e i 100 seggi” sui 395 della Camera dei rappresentanti. Il Pjd è stato finora il primo partito all'opposizione con 48 seggi.

Elezioni in Gambia, Jammeh rieletto presidente per la quarta volta
Il presidente del Gambia, Yahya Jammeh, è stato rieletto con il 72% dei voti per il quarto mandato presidenziale. Lo ha annunciato la Commissione elettorale indipendente del Paese africano. Il 46.enne Jammeh, salito al potere con un golpe nel 1994, governerà il Gambia per altri cinque anni. Il suo avversario più forte, l'avvocato sostenitore dei diritti umani, Ousainou Numu Kunda Darboe, del partito Democrazia Unita, ha ottenuto il 17% dei voti. Nei giorni scorsi, i commissari dell'Ecowas, organismo che riunisce 15 Paesi dell'Africa occidentale, avevano denunciato “intimidazioni commesse dal governo ai danni dei gruppi di opposizione”.

Attacco Nato, muoiono 25 soldati pakistani. L'Isaf promette inchiesta
Il comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato), il generale John Allen, ha assicurato di voler seguire “con la massima attenzione ed impegno” l'inchiesta che deve determinare la dinamica dell'incidente in cui oggi 25 militari pakistani sono morti durante un attacco di elicotteri Nato in una zona di confine. In un comunicato diramato a Kabul, Allen offre le sue “più sincere e sentite condoglianze alle famiglie e alle persone care di quei membri delle forze di sicurezza del Pakistan che possono essere stati uccisi o feriti”. I vertici dell'Isaf, si dice infine, “restano impegnati a migliorare le relazioni in tema di sicurezza con il Pakistan, compresi il coordinamento e le operazioni lungo le regioni alla frontiera nel nostro impegno comune di lottare contro il terrorismo”.

Arrestato in Austria ex membro Uck accusato di crimini di guerra contro serbi
La polizia austriaca ha arrestato ieri Sinan Morina (39 anni), ex membro dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck). Morina è accusato di crimini di guerra commessi contro civili serbi nella zona di Orahovac nel luglio 1998, durante il conflitto armato con le forze serbe. L'ex membro dell'Uck, su cui pendeva un mandato di cattura internazionale, è stato arrestato il 21 novembre durante i controlli sui passeggeri di un autobus diretto in Germania. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Giovanni Cossu)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 330







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