2011-11-25 15:47:17

Punjab: l’uccisione di Akram Masih non è stato un atto di violenza contro le minoranze


“Non bisogna alimentare odio interreligioso e occorre prestare massima attenzione alla diffusione delle informazioni: il contadino Akram Masih, ucciso due giorni fa nel distretto di Okara, era convertito all’islam da oltre 10 anni. Era ricercato dalla polizia per atti criminali ed è stato ucciso dagli agenti in una operazione di polizia criminale”: è quanto dice all’Agenzia Fides padre Nisar Barkat, responsabile della Commissione “Giustizia e Pace” nella diocesi di Faisalabad, in Punjab, che include il distretto di Okara. Padre Nisar spiega a Fides: “La comunità cristiana non è stata affatto coinvolta nel funerale dell’uomo ucciso, che è stato celebrato da musulmani, in quanto Akram Masih aveva abbandonato da anni la fede cristiana. Anche i giornali come ‘The News’ hanno messo l’episodio accanto ad altri casi di cronaca nera. Non è stato quindi un gesto di violenza contro le minoranze religiose e chiediamo a tutti di mantenere la calma. Urge stare attenti a quanti intendono trasformare ogni episodio in attacco ai cristiani. Questa disinformazione può generare, poi, maggiore odio e intolleranza verso i fedeli”. Nel distretto di Okara è comunque pratica diffusa quella del “land grabbing”, un fenomeno che prende piede in Punjab, in Sindh e in altre zone del paese. E’ il cosiddetto “accaparramento delle terre”, sottratte ai contadini poveri. Ad arricchirsi sono società riconducibili ad ex membri dell’esercito: anche per questo i casi restano impuniti. “Le vittime sono spesso i contadini poveri, spesso cristiani, che sono vulnerabili e poco protetti. Molti casi finiscono in tribunale. La Chiesa locale di Faisalabad è al loro fianco e in molti casi è impegnata nel difenderli”, spiega all’Agenzia Fides padre Khalid Rashid Asi, vicario generale della diocesi di Faisalabad.







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