2011-11-25 12:23:13

Don Francesco, un appello per Termini Imerese


RealAudioMP3 'Alla politica, ai sindacati, e a chi ha in mano altri poteri, dico di guardare oltre il guadagno e vedere gli uomini. Persone che sono in una situazione che può evolvere verso una deriva terribile. Aiutiamoli, facciamo del nostro meglio. Io penso che abbiamo le capacità per tirare fuori da questa situazione un territorio e una regione intera che ne risente. E' il miglior Natale che possiamo augurarci per la regione Sicilia'. E' l'appello che lancia don Francesco Anfuso, arciprete di Termini Imerese, all'indomani della chiusura, dopo 41 anni, dello stabilimento Fiat nel comune del palermitano. 'Quella di ieri - spiega - è stata una giornata molto, ma molto triste. Ho visto le mogli e i figli accanto agli operai per sostenerli. A pensarci mi vengono ancora le lacrime agli occhi. I lavoratori uscivano dai cancelli, per l'ultima volta, affranti e le loro donne li accoglievano per consolarli. Con i sindacati e il sindaco abbiamo cercato di offrire solidarietà, ma la situazione è indescrivibile'. 'Circa il possibile investimento dell'azienda molisana Dr Motor - spiega il sacerdote - non c'è ancora nulla di concreto, sono solo parole. Ed è questo che lascia l'amarezza in bocca, vedere gente che non ha futuro. Noi ci auguriamo che De Risio riesca a trovare soluzioni concrete con l'aiuto della regione e dello Stato, dei sindacati'. 'Sarà un Natale duro - spiega ancora l'arciprete di Termini Imerese - perché senza lavoro una persona è senza dignità e si sente inutile. E' duro, soprattutto per un quarantenne o un cinquantenne, sentirsi superfluo. Ma anche per i giovani che hanno investito sul matrimonio pensando di mettere su una famiglia serena, sono forse loro i più fragili in questo contesto. La situazione è particolarmente dura per i lavoratori delle aziende dell'indotto, perché quelli della Fiat ancora riescono, tra ammortizzatori sociali e cassa integrazione, a resistere per un po'. 'Gli operai con i sindacalisti hanno deciso un'opera di boiocottaggio per impedire l'uscita delle auto già assemblate - aggiunge don Anfuso - ma l'azienda forse se lo aspettava e in fabbrica ne sono rimaste poche. E' solo un atto simbolico, ma che costa parecchio, per arrivare fino al 30 novembre quando con l'incontro al ministero si spera di trovare una soluzione alla vertenza'.( a cura di Fabio Colagrande)







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