2011-11-24 14:20:48

UGANDA Appello dei vescovi ugandesi al dialogo tra governo e parti sociali, mentre crescono nel Paese le tensioni per il caro-vita


Si alle contestazioni pacifiche e alla libertà di espressione del dissenso, no alle proteste violente per affermare le proprie ragioni, anche quando queste sono giuste. È la posizione espressa dai vescovi dell’Uganda in merito alle attuali tensioni sociali nel Paese, dove in queste settimane diverse categorie sono in agitazione contro il caro-vita e per i salari troppo bassi. In una dichiarazione presentata alla stampa nei giorni scorsi, al termine della loro seconda plenaria annuale, i presuli ugandesi ribadiscono che la Chiesa è contraria alla violenza come metodo di lotta, perché risolve i problemi. Per altro verso, essi non risparmiano critiche all’attuale governo per la scarsa sensibilità mostrata al crescente malessere sociale nel Paese e giudicano particolarmente perniciose le misure tese limitare la libertà di manifestazione. In questo senso si muove un disegno di legge che vuole conferire più poteri di controllo alla polizia. Per la Conferenza episcopale (UEC) si tratta di una misura liberticida perché limita la libertà di espressione e di riunione dei cittadini. Per la stessa ragione i vescovi si dicono contrari alla proposta del presidente Yoweri Museveni di aumentare l’ammontare della cauzioni per le persone sospettate di reati, ricordando che la libertà su cauzione è un “diritto umano fondamentale”. Nella dichiarazione – riporta il quotidiano locale “The New Vision” - la UEC denuncia anche i lunghi tempi di detenzione cautelare delle persone in attesa di giudizio che possono durare anche anni in contrasto con la legge. L’Episcopato esprime quindi solidarietà ai lavoratori che scioperano e manifestano pacificamente per ottenere salari più dignitosi e rivolgono al governo un appello al dialogo con le parti sociali “per trovare soluzioni durevoli e costruttive”. Un altro tema affrontato dai vescovi ugandesi è infine la lotta alla piaga della corruzione, in particolare nel settore estrattivo. A questo proposito essi esprimono pieno sostegno alle proposte presentate da alcuni parlamentari per una regolamentazione che renda più trasparente questo settore. All’Esecutivo chiedono invece il licenziamento di tutti i funzionari del governo e della Pubblica Amministrazione implicati in casi di corruzione e di non interferire nei processi a loro carico.
(The New Vision – ZENGARINI)








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