UGANDA Appello dei vescovi ugandesi al dialogo tra governo e parti sociali, mentre
crescono nel Paese le tensioni per il caro-vita
Si alle contestazioni pacifiche e alla libertà di espressione del dissenso, no alle
proteste violente per affermare le proprie ragioni, anche quando queste sono giuste.
È la posizione espressa dai vescovi dell’Uganda in merito alle attuali tensioni sociali
nel Paese, dove in queste settimane diverse categorie sono in agitazione contro il
caro-vita e per i salari troppo bassi. In una dichiarazione presentata alla stampa
nei giorni scorsi, al termine della loro seconda plenaria annuale, i presuli ugandesi
ribadiscono che la Chiesa è contraria alla violenza come metodo di lotta, perché risolve
i problemi. Per altro verso, essi non risparmiano critiche all’attuale governo per
la scarsa sensibilità mostrata al crescente malessere sociale nel Paese e giudicano
particolarmente perniciose le misure tese limitare la libertà di manifestazione.
In questo senso si muove un disegno di legge che vuole conferire più poteri di controllo
alla polizia. Per la Conferenza episcopale (UEC) si tratta di una misura liberticida
perché limita la libertà di espressione e di riunione dei cittadini. Per la stessa
ragione i vescovi si dicono contrari alla proposta del presidente Yoweri Museveni
di aumentare l’ammontare della cauzioni per le persone sospettate di reati, ricordando
che la libertà su cauzione è un “diritto umano fondamentale”. Nella dichiarazione
– riporta il quotidiano locale “The New Vision” - la UEC denuncia anche i lunghi tempi
di detenzione cautelare delle persone in attesa di giudizio che possono durare anche
anni in contrasto con la legge. L’Episcopato esprime quindi solidarietà ai lavoratori
che scioperano e manifestano pacificamente per ottenere salari più dignitosi e rivolgono
al governo un appello al dialogo con le parti sociali “per trovare soluzioni durevoli
e costruttive”. Un altro tema affrontato dai vescovi ugandesi è infine la lotta alla
piaga della corruzione, in particolare nel settore estrattivo. A questo proposito
essi esprimono pieno sostegno alle proposte presentate da alcuni parlamentari per
una regolamentazione che renda più trasparente questo settore. All’Esecutivo chiedono
invece il licenziamento di tutti i funzionari del governo e della Pubblica Amministrazione
implicati in casi di corruzione e di non interferire nei processi a loro carico. (The
New Vision – ZENGARINI)