Stati Uniti. Appello dei vescovi all’Amministrazione Usa: fare di più per la difesa
della libertà religiosa
Il Governo e il Congresso degli Stati Uniti devono fare di più per proteggere la libertà
religiosa nel mondo: è quanto ribadito dalla Conferenza episcopale statunitense (Usccb)
per bocca di mons. Ricardo Ramírez, vescovo di Las Cruces e membro della Commissione
per la Giustizia internazionale e la Pace dell’Episcopato. In un’audizione nei giorni
scorsi alla Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti, il presule
ha rilevato che “la libertà religiosa non è soltanto la libertà dalla coercizione
su questioni riguardanti la fede personale, ma è anche la libertà di praticare il
proprio credo individualmente e collettivamente, sia nell’ambito privato che in quello
pubblico”. Essa, ha aggiunto, “va oltre alla libertà di culto e comprende anche la
possibilità per la Chiesa e per le altre organizzazioni religiose di fornire servizi
nel campo dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza sociale e per le comunità
di credenti di partecipare ai dibattiti pubblici su temi politici per così contribuire
al bene comune”. Dopo aver citato diversi esempi di Paesi in cui la libertà religiosa
è oggi sistematicamente violata, mons. Ramirez ha chiesto all’Amministrazione di mettere
sotto osservazione anche altri Paesi come ad esempio il Pakistan, e di intraprendere
azioni di pressione più incisive sugli Stati che non rispettano questo diritto fondamentale.
Egli ha infine reiterato l’appello dei vescovi a rinnovare i finanziamenti alla United
States Commission on International Religious Freedom (Uscirf), il cui mandato è giunto
a scadenza. Il futuro dell’organismo indipendente che pubblica annualmente un dettagliato
rapporto sulle condizioni di discriminazione delle comunità religiose nel mondo resta
ancora incerto. Il 18 novembre, infatti, il Senato ha approvato nuovi stanziamenti,
ma solo fino al 16 dicembre. (A cura di Lisa Zengarini)