Pieno sostegno a Monti da Merkel e Sarkozy. Buzek: l'Europa torni ai suoi valori fondanti
Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy assicurano
pieno sostegno all'Italia, mentre il neo premier Mario Monti ribadisce il deciso impegno
dell’Italia per uscire dalla crisi. Nel vertice trilaterale di Strasburgo i leader
di Germania, Francia e Italia hanno rilanciato l’euro: “Le prime economie dell'Europa
sono determinate a fare di tutto per sostenere e garantire la solidità dell'euro”
dice Sarkzoy. E Monti afferma: “abbiamo espresso tutti e tre insieme che la priorità
principale è una buona salute dell'eurozona e la salda tenuta dell'euro”. Il premier
italiano si dice anche favorevole a sanzioni per chi non rispetta il patto di stabilità.La
Merkel da parte sua definisce “molto impressionante” vedere le misure anche “strutturali”
che il governo italiano è intenzionato ad adottare. I tre leader si sono espressi
in modo diverso sul tema degli eurobond. “Non sono necessari” dice la Merkel, mentre
per Monti potrebbero dare un contributo significativo nel contesto di una unione
fiscale. Per Sarkozy è invece”pericoloso parlare di eurobond senza parlare, insieme,
di governance e di sanzioni: è un pacchetto complessivo che presenteremo insieme”.
Ad Antonio Villafranca, responsabile del programma Europa dell’Ispi di Milano,
Stefano Leszczynski ha chiesto come mai Berlino teme così tanto gli Eurobond.
R. – Innanzitutto
va detto che la Germania non ha mai opposto un ‘no’ preconcetto all’idea degli eurobond
o, come la Commissione adesso li chiama, gli “stability bond”, e fa un ragionamento
molto chiaro, al limite si potrebbe definire anche rigido, cioè dice: fare gli eurobond
significa condividere le garanzie e quindi vuol dire essenzialmente che i Paesi tripla
A, i Paesi più solidi dell’eurozona dovrebbero condividere questa loro solidità anche
con i Paesi periferici di cui però non possono controllare i comportamenti, soprattutto
per quanto riguarda le politiche di bilancio. Allora la Germania dice: è troppo presto
per attivare eurobond se prima non abbiamo definito una nuova governance economica
europea che permetta uno strettissimo coordinamento delle politiche di bilancio. Se
si farà questo, allora ci potrà essere un “ok” all’emissione di eurobond.
D.
- Tuttavia quando l’Europa parla di eurobond non parla di un’unica soluzione: ci sono
varie alternative in mezzo …
R. – Sì: nel libro verde che ha presentato
proprio ieri, la Commissione individua tre possibili soluzioni. La prima soluzione
è quella più radicale, cioè quella in cui c’è un’unica emissione di titoli da parte
dell’Unione europea che coprirebbe tutto il fabbisogno di tutti i Paesi dell’eurozona.
La seconda ipotesi è quella di dire: condividiamo le garanzie a livello di eurozona,
però solo su una percentuale relativamente piccola di debito di ciascuno Stato membro;
per la parte eccedente, ciascuno Stato continuerebbe ad emettere le proprie obbligazioni.
Però, il problema è che anche in questo caso bisognerebbe riformare i Trattati; questo
potrebbe prendere anni. Noi abbiamo un problema urgente e quindi, in realtà, non è
una soluzione percorribile. La terza opzione della Commissione è quella di una parziale
sostituzione delle obbligazioni nazionali, però ciascuno Stato sarebbe garante della
propria emissione.
D. – Si è sentito spesso e tanto parlare di speculazione
sui mercati nei confronti dei titoli dei vari Paesi …
R. - Più che parlare
di speculazione, io preferirei parlare in generale di reazioni da parte dei mercati
finanziari. Ci si è resi conto che in realtà non è un problema che riguarda solo i
Paesi periferici dell’eurozona, ma riguarda l’eurozona in sé. Ecco perché i titoli
stessi della Germania non sono stati venduti totalmente nell’asta di ieri e ecco perché
c’è un certa tensione anche sui Paesi tripla A; lo abbiamo visto già sulla Francia
e adesso addirittura sulla Germania. Infatti, è l’intero progetto dell’eurozona che
rischia di traballare e non si vedono vie d’uscita da un punto di vista di iniziativa
politica. Non ci si può limitare ad una visione contabile della risoluzione di questa
crisi: c’è anche un deficit di iniziativa politica in Europa. (bf)
Del
momento di forte crisi Fausta Speranza ha parlato con il presidente del Parlamento
Europeo Jerzy Buzek:
R. – I’m
repeating each time… Ogni volta ripeto, quando ho la possibilità di dire
qualcosa, che i valori sono importanti quanto l’economia e qualche volta anche più
importanti. La nostra crisi economica è anche una crisi di valori, specialmente una
crisi di fiducia, di sicurezza e solidarietà. Ci sono i veri valori cristiani su cui
l’Europa è stata costruita. Quindi, dovremmo tornare a quei valori fondamentali, valori
cristiani, nelle nostre attività oggi, quando pensiamo alle istituzioni, ai programmi
e ai progetti. Abbiamo ancora bisogno di cambiare molto nelle nostre istituzioni,
con programmi e progetti. Ma non possiamo fare solo questo senza ricordare le fondamenta
di tutto. Mi lasci sottolineare che quei valori sono sempre i più importanti per l’Unione
Europa, per l’Europa nel suo insieme e per il mondo. E noi vogliamo cooperare a livello
globale e dovremmo fondare la nostra cooperazione sui valori: altrimenti non ce la
possiamo fare.
D. – Come avere più valori nella politica?
R.
– I’m quite sure that this is... Sono abbastanza certo che c’è la possibilità
di avere più politica. E abbiamo bisogno per questo dell’impegno di politici cristiani.
(ap)