Il settimanale dell’arcidiocesi di Mexico: è ora di migliorare le istituzioni e denunciare
la corruzione
L'arcidiocesi di Mexico (Città del Messico), attraverso il suo settimanale "Desde
la Fe", invita tutti ad una seria riflessione sull'importanza degli eventi elettorali
del 2012 e a denunciare qualsiasi tipo di corruzione della pubblica amministrazione.
"Dinanzi alle importanti elezioni presidenziali del 2012, è il momento di fare una
profonda riflessione, come cittadini, per migliorare le nostre istituzioni civili.
E' ora di chiedere ai funzionari eletti di mantenere le loro promesse e le loro responsabilità.
E' tempo di denunciare la corruzione che ancora esiste" si legge in un editoriale
inviato all’Agenzia Fides dal Servizio Informazioni dell'Arcidiocesi. Il testo dell’editoriale
propone come esempio il caso dell'Istituto Federale Elettorale (IFE), che dopo essere
stato uno dei pilastri che hanno aiutato la transizione verso la democrazia, "è diventato
un'istituzione controllata dai partiti politici, sempre più lontana dagli interessi
della cittadinanza". "Questa istituzione ha fatto della democrazia uno dei prodotti
più costosi nel nostro paese: ha appena approvato il bilancio per il prossimo anno,
che ammonta a quasi 16 miliardi di pesos" (circa più di un miliardo di dollari americani),
diventando così "un apparato burocratico enorme, a cominciare dai consiglieri, che
sono tanti, e che richiede enormi risorse". Dinanzi a questa realtà, l'editoriale
si domanda: "Qual è il risultato del loro lavoro? Vale veramente la pena tanto investimento
in termini di una vera democrazia? Stanno facendo il loro lavoro in maniera efficace?
Sono riusciti a far crescere la partecipazione cittadina? Hanno una strategia per
coinvolgere tutta la società nella promozione del voto?". "Mentre pensiamo a tutto
questo, alla Camera dei deputati rimane irrisolta la nomina di tre membri mancanti
e l'IFE chiede un aumento di 150.000 pesos (circa 10.600 dollari americani) per ciascun
consigliere per il 'sovraccarico di lavoro' in assenza dei tre consiglieri. Non c'è
dubbio che la nostra democrazia costa troppo", conclude il testo.