2011-11-23 15:16:41

Maltempo: massima allerta in Calabria e Sicilia dopo i tre morti nel Messinese


E’ ancora allerta meteo nel Sud Italia. Il Calabria c’è massima attenzione in 306 comuni. Situazione simile in Sardegna, Puglia e Basilicata. Ma a preoccupare di più è quanto è avvenuto in Sicilia, a Saponara, in provincia di Messina, dove una frana ha provocato tre morti, tra cui un bambino di dieci anni. Una quarta persona, data dapprima per dispersa, è stata salvata dai Vigili del Fuoco. Nella zona è arrivato il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dell’Ordine dei Geologi di Sicilia, Emanuele Doria:RealAudioMP3

R. – Gli eventi sono sicuramente catastrofici. Abbiamo dei dati sulle piogge che rappresentano quasi il bilancio dell’acqua che, normalmente, cade in quelle zone in un intero anno. A Barcellona abbiamo avuto oltre 300 millimetri in quattro ore, a Saponara 100 in un’ora. Queste che vengono dal cielo sono quantità d’acqua davvero impressionanti. Per quanto riguarda la prevenzione sul territorio, possiamo dire che si sta lavorando per attuarla, ma comunque i tempi sono troppo lunghi rispetto alle condizioni atmosferiche e sicuramente non sta sortendo gli effetti voluti.

D. – Ma c’entra qualcosa il fatto che, nell’area, i torrenti siano stati cementificati e che le colline siano state disboscate?

R. – E’ il problema principale. Lo sviluppo edilizio incontrollato, che buona parte – se non la totalità - della fascia costiera siciliana ha subìto negli ultimi 50 anni, senza alcuna pianificazione e spesso con un regime di sanatorie che ha mantenuto, in determinati luoghi, costruzioni che non potevano esistere in quelle zone, ha, di fatto, determinato queste situazioni di altissimo rischio. La pioggia è certamente un evento naturale come lo è anche l’alluvione. L’uomo deve conviverci, deve realizzare le condizioni che permettono a questi fenomeni naturali di esplicitare la loro azione senza che diventino un rischio per le vite umane.

D. – Come dice anche il ministro dell’Ambiente, secondo lei serve, più in generale, in Italia e soprattutto in Sicilia, un piano nazionale di tutela del suolo?

R. – Sicuramente. Noi abbiamo già dei buoni strumenti normativi. Abbiamo anche un decreto legislativo sulle alluvioni, che ha però dei tempi di attuazione alquanto lunghi. Il problema è che in alcune zone ci sono delle situazioni di rischio, situazioni di cui la popolazione non è informata: ci sono problemi con i piani di sicurezza e nell’informare la popolazione che non sempre si può pensare di costruire dove si vuole e che, in alcuni casi, quelle costruzioni sono fortemente a rischio. Il nostro territorio sta mostrando tutte le sue fragilità, derivanti sicuramente da una pessima gestione degli ultimi 50 anni. (vv)







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