Giornata di preghiera per i popoli autoctoni. Messaggio dei vescovi canadesi
“La vita di Rose Prince continua ad essere memorabile e pertinente nel contesto della
società di oggi perché era una persona piuttosto ordinaria che ha vissuto la sua umanità
e la sua fede in modo straordinario”: è quanto scrive il Consiglio autoctono cattolico
canadese nel messaggio per la Giornata nazionale di preghiera per i popoli autoctoni
che sarà celebrata il 12 dicembre. Per tradizione da anni, nel giorno della festa
liturgica di Nostra Signora di Guadalupe, patrona delle Americhe, i vescovi canadesi
invitano i credenti a pregare per i popoli autoctoni pubblicando anche un messaggio,
quest’anno incentrato sulla figura di Rose Prince, discendente del grande capo Kwah,
della tribù dei Porteurs, nata nel 1915 e morta di tubercolosi all’età di 34 anni
e nata con una deformazione alla colonna vertebrale che le rese l’esistenza difficile
senza privarla dell’amore per la vita e della forza per aiutare gli altri. Assidua
nella pratica della fede, la si scorgeva spesso a pregare il Rosario; sin dagli anni
della scuola si prestava per aiutare i compagni e alla scuola volle continuare a dedicarsi
al termine dei suoi studi, chiedendo di poter lavorare come membro del personale.
Sepolta vicino alla scuola, ha suscitato stupore, la sua salma intatta anni dopo la
morte, tanto da aver fatto nascere una devozione nei suoi confronti che attira centinaia
di persone e dal 1990 il pellegrinaggio annuale alla sua tomba è ormai una tradizione
consolidata. Quest’anno i vescovi canadesi hanno voluto ricordare Rose Prince per
l’esempio donato attraverso i suoi semplici gesti di compassione e bontà attraverso
i quali celebrava la vita ordinaria di tutti i giorni. (A cura di Tiziana Campisi)