2011-11-23 14:10:05

Conferenza di Durban sul clima. I vescovi sudafricani: cambiare mentalità e stili di vita


Un’occasione per riflettere sul modo “in cui Dio ci chiama a essere custodi della creazione” e al tempo stesso una spinta verso un “cambiamento di mentalità” che incida realmente sugli stili di vita: è questo lo spirito con il quale i vescovi cattolici del Sud Africa guardano alla Conferenza Onu sui cambiamenti climatici che si terrà a Durban dal 28 novembre al 9 dicembre prossimi. In una lettera pastorale pubblicata in vista dell’evento i presuli evidenziano “l’urgenza” della questione dei cambiamenti climatici e auspicano un esito positivo della conferenza. Nel documento - ripreso dall’Osservatore Romano - si sottolinea come l’intero pianeta sia oggi seriamente “minacciato” dai mutamenti del clima determinato dalle attività umane, in particolare dall’eccessivo utilizzo di combustibili fossili all’origine dei gas serra. Per i vescovi, la crisi degli equilibri climatici rappresenta una “grande sfida spirituale” rivolta a i credenti e a tutte le persone di buona volontà, in quanto “è la conseguenza della distruzione del Creato alla quale tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo partecipato. Una situazione che “richiede un cambiamento di mentalità e un cambiamento di stile di vita per ridurre la nostra dipendenza da combustibili fossili come carbone e petrolio”. I presuli sudafricani fanno dunque appello a tutti i fedeli perché ognuno faccia la propria parte, Infatti, di fronte alla continua crescita dell’inquinamento, ciascuno è chiamato a “unire i propri sforzi a quelli dei Governi nazionali e delle Nazioni Unite per raggiungere l’obiettivo di diminuire le emissioni di anidride carbonica del pianeta per il nostro bene, il bene delle generazioni future e quello di tutti gli esseri viventi”. In questo senso, si sottolinea ancora, l’incontro di Durban è “un’opportunità unica per prendere decisioni cruciali in grado di ridurre le cause e l’impatto del cambiamento climatico”. Dai vescovi arriva anche l’appello affinché la popolazione incoraggi e spinga il Governo di Pretoria a intraprendere scelte coraggiose e in particolare a farsi promotore di obiettivi più ambiziosi con riferimento all’energia rinnovabile e al contenimento delle emissioni globali di “gas serra”. Inoltre, si sottolinea la necessità che il Protocollo di Kyōto del 1997 sia esteso e reso vincolante e che siano adottate misure concrete per monitorare il processo di attuazione degli accordi, in modo che questi vengano rispettati soprattutto dai Paesi più industrializzati e da quelli emergenti. La lettera conclude quindi con un appello alla preghiera per il buon esito della conferenza.







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