Sette persone, sospettate di essere coinvolte nell’omicidio di suor Valsa John, sono
state arrestate dalla polizia dello stato indiano di Jharkhand. La religiosa delle
suore della Carità di Gesù e Maria è stata uccisa nella sua abitazione, nel distretto
di Pakur, la sera del 15 novembre. Secondo Arun Oraon, ispettore generale della polizia
locale, l’omicidio può essere opera di “presunti maoisti, insieme con abitanti del
villaggio” dove la suora viveva. “Siamo fiduciosi nel lavoro degli investigatori,
perché sia fatta giustizia”. “Sappiamo che la suora – spiega all’agenzia Fides padre
Nirmal Raj, superiore provinciale dei Gesuiti a Dumka - aveva avuto un ruolo decisivo
nell’accordo fra i tribali e la compagnia mineraria Panem”, anche se tale intesa “ad
alcuni non piaceva”. John Dayal, segretario generale di un organismo ecumenico che
difende i diritti umani e la libertà di religione, “All India Christian Council”,
sottolinea che “la Chiesa non può permettersi di ritirarsi, o di essere spaventata
da questa pressione crescente”. Sulla questione dei diritti per i dalit cristiani
– aggiunge John Dayal – “lo Stato ha tradito la Chiesa”. Dal luminoso sacrificio di
suor Valsa, la Chiesa – conclude il segretario generale di “All India Christian Council”
- trarrà il coraggio “di continuare ad agire secondo i principi di amore e verità
alla base della Dottrina sociale della Chiesa”. (A.L.)