Corea-Giappone: le questioni ambientali al centro del recente incontro annuale dei
vescovi
Le questioni ambientali sono state l’argomento principale del recente incontro fra
i presuli cattolici del Giappone e della Corea del Sud. Inizialmente in programma
a Kanazawa, nella diocesi di Nagoya e al centro della grande isola di Honshū, la riunione
si è però svolta a Sendai, nel cuore della regione di Tohoku, sconvolta dal terremoto
e dal catastrofico tsunami dell’11 marzo scorso che ha provocato anche il noto incidente
alla centrale nucleare di Fukushima. Così, oltre alle questioni legate all’assistenza
alle popolazioni colpite dal sisma, i colloqui sono stati in gran parte concentrati
su argomenti inerenti la difesa del creato. Nel corso dell’incontro – riporta L’Osservatore
Romano - i presuli giapponesi hanno ringraziato i cattolici coreani per il sostegno
prestato nei giorni e nelle settimane successive al terremoto. Tuttavia a dominare
la scena è stata senz’altro la recente posizione assunta dall’episcopato nipponico
sull’energia atomica. Il 10 novembre scorso, i presuli cattolici hanno chiesto al
Governo giapponese la chiusura delle numerose centrali nucleari presenti nel Paese,
per evitare il ripetersi di incidenti simili a quello avvenuto a Fukushima. Da parte
loro i vescovi della Corea del Sud hanno illustrato le ragioni del sostegno fornito
agli oppositori al controverso progetto di Progetto dei quattro fiumi, un massiccio
programma d’interventi sui principali corsi d’acqua del Paese per costruire dighe
e centrali idroelettriche. Gli oppositori, tra cui i fedeli cattolici coreani, denunciano
il pericolo di danni irreversibili per l’ambiente e l’ecosistema dei fiumi. Quello
di Sendai è stato il XVII incontro tra gli episcopati coreano e giapponese. Avviati
per la prima volta nel 1995, queste riunioni annuali vengono ospitate alternativamente
in uno dei due Paesi asiatici con l’obiettivo di consolidare il processo di riconciliazione
tra le due nazioni la cui storia è ancora segnata dalle ferite della colonizzazione
e della guerra. Così nel corso degli anni, in un clima di crescente fiducia, i vescovi
non hanno mancato di affrontare temi scottanti e delicate questioni sociali quali,
per esempio, l’accoglienza dei migranti (nel 2008) o il suicidio (nel 2010). Le relazioni
tra i due episcopati si arricchiscono nello scambio di esperienze tra due realtà che
se sono in parte simili, per via di un’economia sviluppata, sono anche profondamente
diverse sotto l’aspetto più propriamente religioso. E, infatti, mentre il cristianesimo
ha una forte presenza in Corea del Sud, le Chiese cristiane sono un’esigua minoranza
nell’arcipelago del Sol Levante. (L.Z.)