Un minore americano su cinque vive in condizioni di povertà. Nel 2010, riporta l'agenzia
Fides, il numero dei bambini considerati poveri negli Stati Uniti è aumentato di 1
milione. Secondo l’ultimo censimento, i bambini che vivono in povertà, hanno maggiori
probabilità di incontrare difficoltà cognitive e comportamentali per poter completare
l’istruzione scolastica. Inoltre, aumenta la probabilità di andare incontro a periodi
di disoccupazione più lunghi rispetto ai loro coetanei. Nel corso dell’indagine, risultava
povero il 21.6% dei bambini di tutto il Paese; nel 2009 era il 20%. Il tasso di povertà
nazionale è al 15.3% mentre quello di disoccupazione è al 9%. In 24 stati e a Washington,
D.C., oltre il 20% dei ragazzi fino a 17 anni di età vive sulla soglia della povertà
o addirittura al di sotto. Dal censimento appare che nel 2010 il numero e la percentuale
di bambini poveri è aumentato in 27 Stati. La percentuale di quelli bianchi poveri
è aumentata in 25 Stati. Nel complesso, i bambini bianchi e quelli asiatici hanno
un tasso di povertà inferiore alla media nazionale. Quelli di colore registrano il
tasso più alto con il 38.2%. I bambini poveri ispanoamericani sono il 32.3%, e quelli
appartenenti a più etnie il 22.7%. In alcuni Stati, questi minori vivono peggio rispetto
ad altri. Circa uno su tre vive in uno dei quattro Stati più popolati, dove è stato
registrato un aumento del numero e della percentuale di bambini poveri tra il 2009
e il 2010. Nel New Hampshire, invece, si registra il più tasso basso con il 10%. (G.C.)