Spagna alle urne: favorito il centro-destra di Mariano Rajoy
In Spagna giornata di “riflessione” e di silenzio dei partiti, alla vigilia del voto
politico anticipato di domani che, in ogni caso, chiuderà oltre sette anni di “era
Zapatero”. Tuttavia, stamane a Madrid e Barcellona sono tornati in piazza i giovani
indignati, invitando tutti gli elettori all’astensione come forma di protesta contro
la classe politica. Il punto nel servizio di Michela Coricelli:
Ultimi appelli
alle urne, ieri sera, per la chiusura della campagna elettorale. I due principali
candidati alla presidenza del governo, Mariano Rajoy del centrodestra e il socialista
Alfredo Perez Rubalcaba, hanno concluso a Madrid il loro tour elettorale. Oggi giornata
di riflessione, in attesa del voto: domani quasi 36 milioni di persone dovranno scegliere
350 deputati e 208 senatori. Le elezioni si celebrano in un momento molto delicato
per l’economia spagnola. I riflettori restano accesi sul paese iberico, la pressione
dei mercati è pesante. Ieri mattina il differenziale fra il Bono spagnolo a 10 anni
e il bund tedesco ha raggiunto quota 500 punti, per poi riassestarsi a 441. Durante
tutta la campagna – e anche nelle sue ultime battute – si è parlato soprattutto di
economia, deficit, debito pubblico, tagli alla spesa e lavoro, la principale preoccupazione
degli spagnoli: il tasso di disoccupazione ha ormai superato il 21%. Gli ultimi sondaggi
pronosticano un chiaro vantaggio del Partito popolare, che domani potrebbe ottenere
la maggioranza assoluta, guadagnando terreno anche in Andalusia e in Catalogna. Per
i socialisti invece potrebbe essere una durissima sconfitta.