Il Papa firma l'Esortazione apostolica post-sinodale "Africae munus"
Africa terra di nuova Pentecoste, abbi fiducia in Dio! Così il Papa nella Basilica
di Ouidah dove ha firmato l’Esortazione apostolica “Africae munus”. In un accorato
discorso in tre lingue Benedetto XVI ha esortato l’Africa ad essere sempre più testimone
di Cristo, a denunciare e combattere ogni forma di schiavitù. La Chiesa - ha detto
- è chiamata a scoprirsi sempre più come una famiglia. Il servizio del nostro inviato
Massimiliano Menichetti:
(canti)
E’
Ouidah con la sua terra rossa quasi a rimarcare l’orrore della schiavitù (da qui partirono
migliaia di schiavi, varcando la Porta del non ritorno) che diventa ancora una volta
splendente, come nel 1861 quando proprio il buio cominciò a trasformarsi in Luce per
la venuta dei missionari SMA (Società Missioni Africane). Speranza e testimonianza
in Cristo sono i cardini che il Papa porta in questo viaggio.
(canti)
Il
calore del popolo, accalcato lungo le strade, al seminario di San Gall, qui nella
Basilica dell’Immacolata Concezione di Maria, continua ad accompagnare e ringraziare
il Santo Padre per il suo secondo pellegrinaggio in Africa. Tra la gioia di un popolo
filiale, Benedetto XVI si è lasciato alle spalle le due grandi campane di bronzo poste
ai lati della Basilica che sorge dove furono detenuti missionari e fedeli cristiani.
Ha percorso la navata centrale, disegnata dalla volta in legno, per firmare non senza
emozione l’attesa l’Esortazione postsinodale “Africae munus”:
“Today,
the celebration of the Synod concludes with the signing of… Oggi,con la firma dell’Esortazione ‘Africae munus’, si conclude la
celebrazione dell’evento sinodale. Il Sinodo ha dato un impulso alla Chiesa cattolica
in Africa, che ha pregato, riflettuto e discusso sul tema della riconciliazione, della
giustizia e della pace”.
Il Papa ha sottolineato che questi lavori
hanno segnato “una speciale vicinanza tra il Successore di Pietro e le Chiese particolari
in Africa”. Ha ricordato come fu proprio lui a recarsi a “Yaoundé per offrire l’Instrumentum
laboris dell’Assemblea sinodale ai presidenti delle Conferenze Episcopali” e la gioia,
oggi, nell’essere “tornato in Africa per consegnare il Documento finale dei lavori”.
Poi,
tracciando la spinta all’evangelizzazione e alla “promozione umana” impressa “dall’Esortazione
apostolica postsinodale “Ecclesia in Africa” del Beato Giovanni Paolo II”, ha mostrato
come sia centrale il concetto di Chiesa - famiglia di Dio:
“L’Eglise
est appelée à se découvrir toujours plus comme une famille. … La
Chiesa è chiamata a scoprirsi sempre più come una famiglia. Per i cristiani, si tratta
della comunità dei credenti che loda Dio Uno e Trino, celebra i grandi misteri della
nostra fede ed anima con carità i rapporti tra le persone, i gruppi e le nazioni,
al di là delle diversità etniche, culturali e religiose. In questo servizio reso ad
ogni persona, la Chiesa è aperta alla collaborazione con tutte le componenti della
società, in particolare con i rappresentanti delle Chiese e delle Comunità ecclesiali
che non sono ancora in piena comunione con la Chiesa cattolica, come anche con i rappresentanti
delle religioni non cristiane, soprattutto quelli delle Religioni Tradizionali e dell’Islam”.
Ricordando
“le tensioni, le violenze, le guerre, le ingiustizie, gli abusi di ogni sorta, vecchi
e nuovi, che hanno segnato questo anno” l’Africa, Benedetto XVI ha ripercorso i temi
“della riconciliazione, della giustizia e della pace” sui quali si è concentrata “la
Seconda Assemblea Speciale per l’Africa”. Ha ribadito che “una Chiesa riconciliata
al suo interno e tra i suoi membri potrà diventare segno profetico di riconciliazione
a livello della società, di ciascun Paese e dell’intero Continente”.
“Le
fondement de cette réconciliation se trouve dans la nature même de l’Église … Il
fondamento di questa riconciliazione si trova nella natura stessa della Chiesa che
è ‘in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e
dell’unità di tutto il genere umano’ (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen
gentium, 1). Su questa base la Chiesa in Africa è chiamata a promuovere
la pace e la giustizia. La Porta del Non-ritorno
e quella del Perdono ci richiamano a questo dovere, e ci spingono a denunciare e a
combattere ogni forma di schiavitù”.
“Non bisogna mai tralasciare
di cercare le vie della pace!” - ha esortato il Papa - poiché “la pace è uno dei beni
più preziosi!”:
“Para alcançá-la, é necessário ter
a coragem da reconciliação que nasce do... Per raggiungerla bisogna
avere il coraggio della riconciliazione che viene dal perdono, dalla volontà di ricominciare
la vita comunitaria, da una visione solidale del futuro, dalla perseveranza per superare
le difficoltà. Riconciliati e in pace con Dio e con il prossimo, gli uomini possono
lavorare per una maggiore giustizia in seno alla società”.
“Non
bisogna” però “dimenticare che la prima giustizia secondo il Vangelo è compiere la
volontà di Dio”, ha evidenziato il Papa e che da questo discendono “innumerevoli iniziative”
che promuovono la giustizia, il bene comune, l’attenzione ai “più bisognosi, il “lavoro,
scuole e ospedali”. Quindi ha concluso:
“África, terra
de um Novo Pentecostes, tem confiança em Deus! ... Africa, terra
di una nuova Pentecoste, abbi fiducia in Dio! Animata dallo Spirito di Gesù Cristo
risorto, diventa la grande famiglia di Dio, generosa con tutti i tuoi figli e figlie,
operatori di riconciliazione, di pace, e di giustizia! Africa, Buona Novella per la
Chiesa, diventalo per il mondo intero !”.