Il cardinale Bagnasco al convegno di "Scienza e Vita": difendere i valori umani, a
partire dalla vita
Bisogna “difendere i valori costitutivi dell’umano” e “tra questi la vita umana, dal
suo concepimento alla sua fine naturale, è certamente il primo”. Così, il presidente
della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, aprendo
ieri pomeriggio a Roma il Convegno nazionale dell'associazione "Scienza e Vita". Due
giorni di incontri per l’organizzazione che ha anche presentato il manifesto dal titolo:
“Scienza e cura della vita: educazione alla democrazia”. Il servizio di Debora
Donnini:
“Una società
è veramente umana soltanto quando protegge senza riserve e rispetta la dignità di
ogni persona dal concepimento fino alla sua morte naturale”. Lo ha ribadito il cardinale
Angelo Bagnasco citando Benedetto XVI e specificando che non si tratta di voler imporre
la fede e i valori che ne scaturiscono direttamente, ma solo di difendere i valori
costituivi dell’umano e che per tutti sono intellegibili come verità dell’esistenza,
perché appartengono al Dna della persona. Valori che non possono essere né parcellizzati
né negoziati, fra cui la vita umana è il primo. Questo è il ceppo dell’etica della
vita su cui germoglia l’etica sociale. L’appello centrale del cardinale Bagnasco è
dunque quello di recuperare “la natura relazionale della persona”:
“Il
punto non è far entrare la società nel privato ma si tratta di recuperare la natura
relazionale della persona in modo che la società possa e debba concepirsi e strutturarsi
non solo come erogatrice di servizi ma come comunione di destino”.
Il
discorso del presidente della Cei parte da una critica al nichilismo, che porta ad
una svalutazione della vita, e all’individualismo il cui grande pericolo è proprio
quello di perdere la dimensione comunitaria. Al centro vi è una difesa della ragione
che “quando viene cancellata dall’orizzonte, anche la fede si indebolisce”. Necessario
anche riscoprire il senso del dolore:
“La cultura contemporanea deve
riconciliarsi con il dolore e la morte se vuole riconciliarsi con la vita perché i
primi fanno parte della seconda e quindi dobbiamo recuperare la capacità di portare
il dolore insieme”.
Fa eco all’intervento del porporato, il co-presidente
dell’Associazione "Scienza e Vita", Lucio Romano. La vulnerabilità, dice, è condizione
sostanziale dell’essere umano insistendo sulla dimensione di reciprocità della persona:
“L’essere
umano è costitutivamente relazionale: nell’essere con l’altro ed essere per l’altro
evidentemente declina la sua vita in termini di etica della responsabilità. Altrimenti
saremmo tutti soggetti individualisti e di conseguenza relativisti”.
Ad
intervenire anche diversi esponenti del mondo politico: il segretario del Pdl, Angelino
Alfano, ma anche Pierluigi Bersani del Pd e Pierferdinando Casini per l’Udc.