2011-11-19 15:05:52

Contro l’abuso mediatico del corpo femminile, il Premio "Immagini Amiche"


Torna il Premio “Immagini amiche”, promosso dal Parlamento Europeo e dall’Unione Donne in Italia. La seconda edizione, che porterà all’assegnazione del premio a marzo prossimo, è stata presentata, ieri, nella sede della rappresentanza di Roma del Parlamento Europeo. C’era per noi, Fausta Speranza:RealAudioMP3

L’intenzione è contrastare la tendenza di televisione e pubblicità ad abusare dell’immagine delle donne, e troppo spesso in particolare del corpo femminile. Contrastare tale tendenza valorizzando una comunicazione diversa, come spiega la presidente del Premio "Immagini Amiche", Daniela Brancati:

“Ci sono tanti modi di combattere una battaglia culturale. Un modo è punire, reprimere; noi non abbiamo né la capacità, né la possibilità, ma neanche l’intenzione, perché l’altro modo invece è quello che preferiamo: cioè far conoscere le azioni positive, quelle buone, quelle che sono amiche delle donne, delle pari opportunità, esaltarle, farle conoscere, premiarle. Credo che le immagini amiche delle donne siano tutte quelle vere. Purtroppo nell’immaginario attuale prevale l’idea che esistano ragazze soltanto fino ai 30 anni, tollerate dai 30 ai 40 e completamente invisibili dai 40 anni in su. Prevale l’idea che si possa fare una carriera attraverso scorciatoie. La bellezza è qualcosa di molto più complesso, è qualcosa in cui si possono riconoscere qualità anche interiori che sono qualità importanti”.

Il Premio, che gode del patrocinio della Presidenza della Repubblica italiana, è ispirato in particolare alla Risoluzione del Parlamento Europeo del 3 settembre 2008 che chiedeva al mondo del marketing e della pubblicità “una creatività socialmente responsabile”. Ci sono stati poi altri pronunciamenti in difesa di un’immagine dignitosa della donna, come ricorda Silvia Costa, presidente della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere al Parlamento Europeo:

“Abbiamo approvato un’importante risoluzione che era in generale sul problema della pubblicità fraudolenta, sull’impatto della pubblicità sul comportamento dei consumatori, ma è anche stato inserito un vero e proprio capitolo sulla questione della dignità umana e del rispetto delle donne con particolare attenzione proprio a dare una immagine non discriminatoria, non stereotipata, ma soprattutto non lesiva della dignità della persona”.

Un’immagine banalizzata e volgarizzata del corpo femminile non lede solo i diritti delle donne: lo sottolinea Silvia Costa spiegando la reazione di tanti ragazzi che nelle scuole dibattono su questi temi:

“Nelle scuole i più indignati sono i giovani maschi che dicono: noi non ci riconosciamo in quell’idea di maschio, di uomo, che sembra soltanto guardare in un certo modo le donne; certo ci possono piacere le belle ragazze ma non può essere solo questo il tipo di sguardo che ci rimane. Quindi, anche loro sono traditi da questo immaginario”.

Il mondo della comunicazione ha un impatto anche sulla società reale, in particolare il mondo della televisione, anche se in realtà non rappresenta la vera società. La vicepresidente del Parlamento Europeo, Roberta Angelilli:

“Se noi non veniamo considerate anche come un valore aggiunto da un punto di vista proprio della forza attiva, positiva, propositiva della nazione e della nazione europea, è perché noi scontiamo anche il peso di una serie di pregiudizi culturali. Soltanto chi ha l’opportunità di 'dominare' la scena televisiva è una persona che può contare qualcosa, quindi spesso a prescindere dal valore della persona. Il grosso della comunicazione valorizza persone - purtroppo mi riferisco soprattutto alle donne – che sono 'sopra le righe'. Può essere una questione fisica, quindi chi si presenta in modo più accattivante, o anche una questione comportamentale: se una donna è una grande provocatrice, è una persona molto aggressiva, è una persona sempre 'sopra le righe', ha un’accoglienza positiva nella comunicazione”.

Premiare immagini di donne diverse vuole mettere in luce tanta bellezza di aspetto e di comportamento dell’universo femminile che di solito non trova spazio.







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