Pakistan: ucciso un commerciante cristiano a Karachi
Un commerciante cristiano, padre di famiglia, è stato ucciso a Karachi, capitale della
provincia del Sindh. L’uomo, Jamil Masih, stava aprendo il suo negozio nel centro
commerciale “Luna”, nell’area di Gulshan-e-Iqbal, la stessa dove è stato ucciso il
pastore protestante Jamil Sawan. Secondo la polizia, l’omicidio sarebbe dovuto ad
una vendetta privata, ma i cristiani – sottolineano fonti locali all’agenzia Fides
- “sono spesso vittime di esecuzioni extragiudiziali”. “A Karachi – spiega padre Mario
Rodrigues, sacerdote di Karachi e direttore del Pontificie Opere Missionarie in Pakistan
- c’è forte insicurezza nella vita quotidiana, per tutta la popolazione”. “Le minoranze,
in tale quadro già difficile, sono più vulnerabili perché meno considerate e meno
protette”. Nella provincia del Sindh non si placa, intanto, la tensione dopo l’uccisione
la scorsa settimana di quattro medici indù da parte di membri della confraternita
musulmana “Bhaya Baradari”. Dopo questi omicidi, fedeli indù hanno chiesto provocatoriamente
al governo di revocare “la cittadinanza alle minoranze religiose”. I parlamentari
indù hanno sollevato la questione nell’Assemblea nazionale, chiedendo al governo federale
un intervento rapido e deciso e ribadendo l’urgenza di proteggere le minoranze. Il
primo ministro Yousuf Reza Gilani, in un messaggio diffuso per la “Giornata internazionale
della tolleranza”, celebrata nel mondo il 16 novembre, ha ribadito che, nello sforzo
di rendere il Pakistan “un luogo vivibile”, “vi è la necessità di incoraggiare l'armonia,
l'impegno e il dialogo interreligioso tra i seguaci di diverse culture e civiltà”.
Ha anche riaffermato “l'imperativo del governo a promuovere la tolleranza e il rispetto
per la fede e i diritti degli altri”. (A.L.)