Siria. Attacco di militari ribelli contro base governativa
I militari ribelli siriani riuniti nel Free Syrian Army affermano di aver lanciato
un attacco contro una base di intelligence dell'esercito di Damasco, a Maara al-Numan.
Lo riferisce Al Arabiya. La Turchia sollecita una voce forte internazionale sulla
situazione in Siria, mentre la Russia chiede negoziati. Il servizio di Fausta Speranza:
“Non è possibile
rimanere in silenzio di fronte alla violenza che viene usata in Siria”. Sono parole
del premier turco, Erdogan. La Turchia, Paese confinante ed ex-alleato della Siria,
è diventata uno dei più accesi critici del regime di Damasco e ha già cominciato ad
attuare sanzioni, come lo stop di esplorazioni petrolifere congiunte. Ankara inoltre
è apertamente in contatto con gli oppositori del presidente siriano, Bashar Al Assad,
e ospita un colonnello che è considerato il capo del cosiddetto Esercito siriano libero
(Esl). Inoltre, il premier turco esorta la comunità internazionale ad alzare la voce
contro la sanguinosa repressione dei moti di protesta in Siria. Anche dalla Cina vengono
parole di forte preoccupazione con toni più accesi rispetto ai mesi scorsi. La Russia
parla di episodi da guerra civile e chiede negoziati da svolgere nella sede della
Lega Araba. Lega Araba che ha concesso a Damasco tre giorni di tempo per mettere fine
alla repressione che, secondo l'Onu, ha causato fino ad oggi la morte di 3.500 persone.
In particolare, gli Emirati Arabi condannano l’attacco avvenuto ieri ai danni della
propria ambasciata a Damasco, addossando la responsabilità al governo di Bashar Al
Assad. Resta da dire che all'indomani di nuovi assalti di manifestanti lealisti siriani
contro ambasciate arabe a Damasco, il governo siriano vuole dissociarsi: avverte che
chiunque ripeterà simili attacchi sarà fermato e giudicato secondo le leggi vigenti.
Ribadisce di rispettare il diritto internazionale e la Convenzione di Vienna che impone
ai firmatari di proteggere personale e sedi diplomatiche straniere sul territorio.