Malaysia: mons. Girelli giudica positivamente i rapporti della Chiesa con il governo
La situazione religiosa in Malaysia sta cambiando in meglio dall’incontro che Benedetto
XVI ha avuto nel mese di luglio con il Primo Ministro Najib Razak. Lo ha affermato
mons. Leopoldo Girelli, delegato apostolico in Malaysia, durante una recente visita
informale nell’arcidiocesi malese di Kota Kinabalu. Parlando ad un ricevimento dopo
la celebrazione della messa insieme ai fedeli nella locale cattedrale del Sacro Cuore,
il presule – secondo quanto riporta il quotidiano cattolico Herald Malaysia - ha anticipato
che la Santa Sede nominerà presto un nunzio apostolico in Malaysia. Ad aprire la strada
ai rapporti diplomatici diretti tra i due Stati è stata appunto l’udienza del Papa
a Castel Gandolfo al premier malese, il 18 luglio scorso. “Un passo – ha detto mons.
Girelli - che è molto positivo per la Chiesa e che mostra che anche il Governo della
Malaysia garantisce la libertà religiosa”. Il presule ha espresso quindi parole di
elogio per la vitalità della comunità cattolica nello Stato del Sabah, sottolineando
l’importanza della partecipazione dei laici alla vita della Chiesa. In Malaysia i
cristiani costituiscono una minoranza importante. La popolazione cattolica è concentrata
soprattutto negli Stati del Sabah e del Sarawak, nella parte orientale del Paese.
La Chiesa vive in genere in uno stato di soggezione e di esclusione nei confronti
dell'etnia dominante malese, la maggior parte della quale pratica l'Islam, la religione
ufficiale del Paese. In questi anni i rapporti della comunità cristiana con le autorità
di Kuala Lumpur sono stati segnati da momenti di tensione, in particolare sulla questione
del divieto dell’uso del termine Allah in riferimento a Dio nella traduzione della
Bibbia. (H.T.B.)