2011-11-16 13:59:56

I vescovi del Venezuela contro gli anticoncezionali di emergenza: “Si rispetti la vita”


“Una società chiamata a proteggere la vita non può accettare l’offerta di soluzioni irresponsabili che eliminino le nuove vite. Un’autentica prevenzione delle gravidanze indesiderate, inoltre, passa per un’adeguata educazione alla responsabilità e al corretto uso della sessualità umana”. Così scrivono i membri della Commissione per la Famiglia e per l’Infanzia della Conferenza episcopale venezuelana, intervenuti nel dibattito venutosi a creare nel Paese a causa della diffusione della pillola anticoncezionale d’emergenza. Secondo i presuli questo prodotto, che agisce impedendo all’embrione di impiantarsi nell’utero materno, interrompendone così il normale sviluppo e causando un aborto chimico prematuro, va considerato come un vero e proprio abortivo. L’aborto, infatti, che in Venezuela è disciplinato come un delitto dal Codice penale, viene definito come “l’eliminazione deliberata di un essere umano durante la fase iniziale della sua esistenza, che va dal concepimento alla nascita”. In particolare i vescovi condannano anche la pubblicità di questo prodotto, nella quale si vede una giovane che racconta di aver infranto il suo sogno di frequentare l’università a causa di una gravidanza indesiderata: “Tale promozione lascia aperta l’idea che sia lecito intraprendere relazioni sessuali sicure senza il pericolo di procreare – scrivono – e costituisce un incitamento all’uso indiscriminato e prematuro della sessualità, tralasciando i valori etici che questa porta con sé”. I presuli, inoltre, sottolineano la mancanza di informazioni circa le gravi conseguenze psicologiche che dovranno affrontare le donne quando prenderanno coscienza di aver abortito il proprio figlio. Due sono, infine, gli appelli lanciati dalla Conferenza episcopale: il primo ai genitori, affinché si prendano la responsabilità dell’educazione morale dei propri figli, inculcando loro il valore universale del rispetto per la vita; il secondo alle autorità competenti in materia sanitaria, affinché si smetta di anteporre, attraverso la pubblicità, gli aspetti commerciali al diritto alla vita del concepito e al diritto alla salute dei venezuelani. (R.B.)







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