Ecuador: le conclusioni del Congresso nazionale sulla famiglia
Costruire ogni famiglia ecuadoriana sull’esempio della famiglia di Nazareth e farne
una “chiesa domestica”, chiamata a costituirsi scuola di fede in cui i genitori sono
i primi formatori dei figli attraverso la propria testimonianza di vita a immagine
di Dio creatore. Queste alcune delle considerazioni conclusive dei partecipanti al
II Congresso nazionale sulla famiglia in Ecuador e al Foro mondiale della famiglia
del mondo, riunito simultaneamente a Quito, Guayaquil, Portoviejo, Loja e Tena dal
9 al 12 novembre scorsi. I partecipanti sono stati circa 5700 e hanno lavorato sul
tema “Famiglia, lavoro e festa–la famiglia ecuadoriana in missione: il lavoro e la
festa al servizio della persona e del bene comune”. "Tenendo presente l’obiettivo
di rivitalizzare l’identità, la vocazione e la missione del matrimonio e della famiglia
in Ecuador, i partecipanti hanno analizzato la situazione attuale che vede la famiglia
colpita da fenomeni come la destrutturazione, la povertà materiale e morale e soprattutto
la “pigrizia spirituale” che ne minaccia l’esistenza. Si è osservato che la vita moderna
lascia sempre meno tempo per dedicarsi a Dio, alla trasmissione della fede e all’educazione
cristiana dei figli, alla quale spesso si sostituiscono i media che assumono il ruolo
di comunicatori di valori. A ciò si accompagna un’evidente crisi dell’autorità genitoriale
che deriva dalla diminuzione di spazi di dialogo e riflessione comune, ma anche la
proliferazione di divorzi, separazioni, unioni libere e irresponsabili che mostrano
la fragilità alla quale la famiglia è esposta nella società di oggi. I partecipanti,
infine, nell’indicare il cammino dell’istituzione familiare, hanno ripreso le parole
del documento di Aparecida: “La testimonianza di vita, di unità, di amore e di lavoro
delle famiglie cristiane faranno sì che il mondo cambi, che la nostra patria cambi,
ed è dall’esempio che daranno i genitori che la famiglia diventerà un tesoro per i
popoli latinoamericani e caraibici, patrimonio dell’umanità”. (R.B.)