2011-11-15 15:45:07

Siria: violenze e 70 morti dopo l’espulsione del Paese dalla Lega Araba


Settantatre persone sono morte ieri nelle violenze in Siria, in una delle giornate più sanguinose negli otto mesi di rivolta popolare contro il regime del presidente Assad. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo, con base a Londra. La maggior parte delle vittime sono per scontri nella città di Daraa, nel sud del Paese. Dopo l’espulsione dalla Lega Araba, che dovrebbe essere confermata o revocata nella riunione prevista domani a Rabat, la situazione in Siria è sempre più questione sul piano internazionale. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Forte del ribadito sostegno da parte della Russia, il regime siriano risponde alla sospensione decretata dalla Lega Araba affermando che “non si piegherà” e dicendosi sicuro che in Siria “non si ripeterà lo scenario libico”. A parlare è stato ieri sera il ministro degli Esteri di Damasco, Walid al Moualem, mentre Lega Araba, Turchia e Ue alzavano il tono delle loro condanne della violenta repressione. È intervenuto apertamente anche re Abdallah di Giordania: primo leader arabo a parlare di dimissioni: “Fossi nei suoi panni mi dimetterei”, ha detto il sovrano in un'intervista alla Bbc, sollecitando Assad a dialogare con l'opposizione per aprire una transizione ordinata. E bisogna riferire che subito dopo una folla di manifestanti pro-regime ha preso d'assalto l'ambasciata giordana a Damasco. C’è poi l’impegno dell’opposizione siriana che è in visita oggi a Mosca per tentare di ottenere un riconoscimento dalla Russia. Parliamo del Consiglio Nazionale Siriano (Cns) formatosi a Istanbul il 2 ottobre, che raggruppa la maggior parte dei movimenti avversi a Bashar Assad. Il presidente di tale Consiglio incontra il ministro degli Esteri russo ma anche membri della Duma. Per il momento la Russia si limita a invitare l'opposizione siriana al dialogo con le autorità di Damasco e giudica inaccettabile ogni interferenza militare esterna nel conflitto siriano. Resta da dire che Washington ribadisce: Assad è sempre più isolato, il regime di Damasco ha ormai perso la sua legittimità a governare e deve lasciare il potere.







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