Pakistan. False accuse di blasfemia: un vescovo e un pastore protestanti fuggono all’estero
In Pakistan due religiosi cristiani sono stati colpiti ingiustamente dalla controversa
legge sulla blasfemia. Si tratta del vescovo protestante Pervaiz Joseph e del pastore
Baber George, costretti a fuggire all’estero perché vittime di false accuse di blasfemia
e minacciati di morte da radicali islamici, nonché dai leader di un’organizzazione
finanziata dal governo pakistano. La denuncia, ripresa dall'agenzia Fides, arriva
dal pastore Mustaq Gill, presidente della “Legal Evangelical Association Development”
(Lead), associazione di cristiani di tutte le confessioni, che include soprattutto
avvocati e offre assistenza legale e protezione ai fedeli cristiani in Pakistan. La
Lead, riferisce il presidente, “ha organizzato l’espatrio dei due leader, in pericolo
di vita, e oggi provvede a garantire un rifugio sicuro alle loro famiglie”. “E’ una
vicenda molto triste ed emblematica delle persecuzioni che i cristiani subiscono in
nome della legge sulla blasfemia”, spiega Gill a Fides, in quanto “il vescovo è personalità
nota e molto impegnata nel dialogo interreligioso e nella pace a livello nazionale
e provinciale in Punjab”. Il vescovo e il pastore, che operavano entrambi nell’area
di Lahore (in Punjab), negli ultimi sette anni hanno incontrato diversi leader politici
e religiosi musulmani, affrontando molte questioni riguardanti la legge sulla blasfemia
e le condizioni dei cristiani. “Nelle scorse settimane – spiega il pastore Gill –
proprio durante uno di questi scambi di opinioni, sono stati accusati di aver usato
parole sprezzanti contro Maometto, reato che i due non hanno in alcun modo commesso”.
Il vescovo era il rappresentante cristiano dell’organismo “International Peace Council
For Interfaith Harmony” (IPCIH), che riceve finanziamenti dal governo pakistano. Proprio
il leader di tale Consiglio, Haji Rana Tahir Rehmat, insieme ad altri capi religiosi
islamici del movimento islamico “Sunni Tehreek”, hanno lanciato le false accuse di
blasfemia, delegittimando i leader cristiani e mandando a monte anni di lavoro comune.
Secondo alcuni, i due cristiani sono divenuti invisi al Consiglio perché avrebbero
deciso di avviare una nuova associazione a tutela dei diritti delle comunità cristiane
in Pakistan. Sulla vicenda è intervenuto il cattolico Akram Gill, ministro pakistano
per l'Armonia nazionale, assicurando che “acquisirà tutte le informazioni necessarie
sul caso e prenderà opportuni provvedimenti”. (M.G.)