A Terni la VII edizione dell'Umbria Film Fest "Popoli e religioni"
Presentata la settima edizione di “Popoli e Religioni – Umbria International Film
Fest”: una ricca serie di proposte cinematografiche, artistiche e culturali che dal
19 al 27 novembre coinvolgono la città umbra di Terni. Molti i titoli in programma,
una vetrina interessante dei segnali di cambiamento in atto nei Paesi che si affacciano
sul Mediterraneo, un cinema inteso come contenitore di emozioni, spiritualità e impegno
civile. Il servizio di Luca Pellegrini:
L’Italia,
si dice e si scrive, non è più un Paese per festival: ma Terni rilancia e grazie al
sostegno del suo vescovo, mons. Vincenzo Paglia, e alla caparbietà degli organizzatori,
l’Umbria International Film Fest “Popoli e Religioni” giunge alla settima edizione,
con un programma che della regione di San Francesco e della pace ne interpreta la
spiritualità, l’arte, la bellezza e la terra, godendo di questi riflessi e integrandoli
in un tema particolarmente attuale: “Donne d’Oriente e d’Occidente”. Il cinema come
contenitore di storie e di emozioni declinate tutte al femminile: per questo, oltre
alle tante presenze di cineasti ben conosciuti in Italia, da Pupi Avati a Liliana
Cavani, protagoniste a Terni saranno le donne provenienti dalla Tunisia, come la blogger
Lina Ben Mhenni - che tanta parte ha avuto nella storia recente del suo Paese - e
registe del Marocco e dell’Algeria, che insieme parteciperanno a una tavola rotonda
- sabato 26 novembre - per testimoniare una realtà in continua evoluzione. Il festival,
come spiega il neo-direttore, Pierluigi Frassineti, è costruito
su un’idea portante:
“Il programma nasce da un concept
molto preciso e attorno a un desiderio che mons. Paglia espresse di elaborare un progetto
sulle donne d’Oriente e d’Occidente, come due punti di equilibrio su cui si basa anche
un nuovo dialogo, una nuova spiritualità. Siamo partiti da questa idea per sviluppare
un progetto che tenesse conto soprattutto delle diversità culturali. Noi crediamo
moltissimo nella diversità culturale come motore di sviluppo e di dialogo: non all’alterità
ovviamente, perché consideriamo tutte le persone come facenti parte di un unico humus.
La diversità culturale ci ha dato, però, la possibilità di scegliere film e personaggio
non usuali: film che fossero soprattutto di passione, di passione civile, e che rappresentassero
in qualche modo quel motore di trasformazione che le donne costituiscono oggi”.
"Popoli
e Religioni" tiene conto, nelle sue diverse proposte tra film, incontri e mostre d’arte,
di tre precise dimensioni...
“Sì. Ci interessava che la dimensione spirituale
fosse molto potente, fosse molto presente, e lo è attraverso una serie di film, cominciando
da 'The Mill and the Cross' di Lech Majewski., che è il film iniziale:
una storia meravigliosa che parte da un quadro importante per arrivare a raccontare
la storia del Calvario. La dimensione spettacolare era importante, perché poi in un
Festival che si occupa di popoli e religioni, c’è bisogno che ci siano anche delle
cose divertenti e piacevoli. Il terzo, appunto, è la passione civile che unisce questi
film. (mg)