Turchia: diventata moschea la chiesa di Santa Sofia a Iznik
In Turchia la chiesa di Santa Sofia a Iznik, fatta costruire nel VI secolo dall’imperatore
Giustiniano sul modello dell’omonima basilica di Costantinopoli, l’attuale Istanbul,
è diventata una moschea. Nel 1331 era già stata trasformata in luogo di culto musulmano
dopo la conquista di Nicea, l’odierna Iznik, da parte del sultano Orhan Gazi. Durante
la guerra di indipendenza turca, scoppiata nel 1919, l’edificio ha subito gravi danni.
Le richieste di farne un museo – sottolinea l’Osservatore Romano – sono rimaste inascoltate.
La riapertura al culto musulmano, dopo una lunga opera di restauro, è avvenuta alcuni
giorni fa. Lo scorso 2 novembre, per la prima volta dal 1920, il muezzin ha chiamato
alla preghiera i fedeli musulmani dal minareto costruito accanto alla chiesa. All’interno,
gli affreschi che rappresentano la Madre di Dio e gli apostoli, sono stati lasciati.
Il legame di questo luogo con le immagini è profondo: la chiesa di Santa Sofia a Iznik
ospitò, nel 787, il secondo Concilio di Nicea che si pronunciò proprio in favore del
ristabilimento del culto delle immagini. E’ stata sancita, in quell’occasione, la
tradizione secondo cui “sono da esporre immagini venerabili e sante, a colori, in
mosaico e in altra materia adatta, nelle sante Chiese di Dio, sui vasi e i paramenti
sacri, sui muri e sulle tavole, nelle case e nelle vie”. “L’ultimo Concilio ecumenico
riconosciuto dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa – ha scritto Giovanni Paolo
II in occasione del XII centenario del II Concilio di Nicea - è un esempio notevole
di ‘sinergia’ tra la sede di Roma ed un’assemblea conciliare. La dottrina di questo
Concilio – ha aggiunto Papa Wojtyła - ha alimentato l’arte della Chiesa tanto in Oriente
quanto in Occidente, ispirandole opere di una bellezza e di una profondità sublimi”.
(A cura di Amedeo Lomonaco)